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Manovra: l'Unione Europea verso il no, ma Salvini e Di Maio tirano dritto

Luigi Di Maio e Matteo Salvini

Da un lato Luigi Di Maio e Matteo Salvini, dall’altro un’Europa pronta a bocciare la "manovra del popolo». Con queste premesse Giuseppe Conte vola a Bruxelles per tentare un ultimo negoziato - giocandosi anche la carta delle prossime Europee - ad una manciata di ore dall’invio della lettera con cui l’Ue chiederà formalmente chiarimenti al governo italiano. Ma quella di Conte è una missione difficilissima anche perché tra i leader europei c'è la consapevolezza che il margine di manovra del premier italiano, rispetto alle intenzioni degli azionisti del governo M5S-Lega, resti piuttosto limitato.

E’ l’incontro tra Conte e Angela Merkel, durato 20 minuti, il «clou» della prima giornata del premier a Bruxelles. Un incontro che la cancelliera, cambiando il programma previsto, vuole senza delegazioni dando così l’immagine plastica di voler parlare «a tu per tu» con il capo del governo italiano. Al termine dell’incontro fonti di Palazzo Chigi sottolineano come sia emersa la volontà di un dialogo costruttivo sulla manovra.

Ma la posizione della Merkel, già prima del faccia a faccia, appare chiara: «ciascun Paese ha il dovere di preoccuparsi della
stabilità dell’economia», è il messaggio che il capo del governo tedesco ribadisce in giornata.  Giornata che, per l’Italia, si apre con la notizia, lanciata da «Der Spiegel» citando il commissario al Bilancio Ue Guenther Oettinger, che l’Ue respingerà la manovra italiana. Poco dopo, lo stesso Oettinger precisa via twitter come la sua sia solo un’opinione personale e lo stesso Der Spiegel, sul web, modifica l'articolo precedentemente pubblicato.

Ma al commissario Ue, dall’Italia, arrivano ugualmente bordate. «Si morda tre volte la lingua prima di parlare», è la replica di Di Maio mentre Salvini incalza: «smettetela, la manovra non cambierà». Ed è un messaggio che, arrivando all’Europa Building dove in serata i leader Ue si riuniscono sulla Brexit, porta anche Conte al cospetto dell’Europa. Se la manovra cambierà? «L'abbiamo
studiata bene, direi di no...», spiega il premier ribadendo come la legge di bilancio «inverta la tendenza per ottenere la crescita economica».

Chissà, però, se Conte ha usato le stesse parole nel faccia a faccia con Merkel. Di certo il premier arriva a Bruxelles con la volontà di tenere i toni piuttosto bassi, cercando, perlomeno, di prendere tempo. Prima di alzare i cartellini, fateci giocare la partita, è - sottolineano fonti di governo - il senso del ragionamento che il premier porta al Consiglio europeo. Con un’appendice: giocarsi la carta delle future Europee sul quale i giallo-verdi puntano con decisione anche in chiave di sanzioni contro l’Italia dato che la
procedura d’infrazione dovrebbe materializzarsi proprio alle porte del voto.

Per ora, tuttavia, i feedback che arrivano a Bruxelles restano negativi. La lettera di richiamo dell’Europa molto probabilmente arriverà alla fine della visita di Pierre Moscovici a Roma, dove il commissario agli Affari economici vedrà il ministro del Tesoro Giovanni Tria e il presidente Sergio Mattarella. Ed è sulla loro sponda che l’Europa in queste ore punta per evitare una procedura d’infrazione sulla quale, per ora, a Bruxelles non sembra si voglia transigere.

 

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