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Le misure della manovra da 37 miliardi, reddito di cittadinanza sul bancomat

Il ministro per gli Affari europei Paolo Savona e il premier Giuseppe Conte

Pronta la manovra da 37 miliardi del governo gialloverde. Pensioni, reddito di cittadinanza, flat tax. Ma anche sterilizzazione degli aumenti dell'Iva e pace fiscale.

Nel frattempo l'attenzione di Bruxelles è sul contenuto del documento che questa settimana non finirà solo sul tavolo dei commissari Dombrovskis e Moscovici ma anche su quello dei capi di Stato e di Governo.

L'Eurosummit di giovedì si annuncia come il primo banco di prova della manovra, sebbene il suo cammino formale sia un altro. Non appena arriverà a Bruxelles, infatti, i commissari cominceranno ad analizzarla per dare un primo parere entro due settimane, molto probabilmente negativo visto l'avvertimento già lanciato nella lettera a Tria del 5 ottobre.

Ma i dubbi degli europei saranno esposti in modo molto chiaro direttamente al premier Conte nel summit dell'Eurozona. Il premier olandese Mark Rutte ha intenzione di portare la questione del deficit italiano all'attenzione di tutti, per mettere l'Italia di fronte alle sue responsabilità e ai suoi impegni. Sarà quella l'occasione per il premier di spiegare le ragioni che hanno spinto il Governo a portare il deficit fino al 2,4%, contravvenendo agli impegni presi di ridurre il deficit strutturale e far scendere il debito. Il compito di negoziare è come sempre in capo al francese Moscovici. Il quale crede ancora che sia possibile far fare uno sforzo al Governo per venirsi incontro. Per questo vuole vedere la bozza prima di giovedì, giorno in cui partirà per Roma dove vedrà anche Tria e cercherà uno spiraglio per negoziare.

Ma ecco tutte le misure della manovra.

NIENTE CLAUSOLE IVA PER 12,5 MILIARDI - Il primo impegno del contratto di governo è la sterilizzazione degli aumenti che scattano il primo gennaio 2019 (dal 10 all'11,5% per l'aliquota più bassa, dal 22 al 24% per quella più alta).

PENSIONI A QUOTA 100 - Il superamento della legge Fornero è una misura che entrambe le forze di governo inseguono e rivendicano. L'obiettivo è di garantire la possibilità di andare in pensione a chi tra età e contributi arriva a 'quota 100', probabilmente partendo dalla combinazione 62-38. Il costo è di 7 miliardi di euro e il meccanismo dovrebbe partire a febbraio.

REDDITO DI CITTADINANZA E CENTRI IMPIEGO - Per la bandiera del M5S servono 9 miliardi (di cui 2,6 da attingere dalle risorse già stanziate per il Rei) a cui aggiungere un ulteriore miliardo destinato al rafforzamento dei centri per l'impiego. L'attivazione vera e propria della misura dovrebbe scattare in primavera. L'assegno da 780 euro, secondo quanto annunciato finora, verrà caricato sul bancomat, con una sorta di monitoraggio degli acquisti. Il sostegno sarebbe garantito solo a patto di frequentare corsi di formazione e di prestare 8 ore a settimana di lavoro socialmente utile. Il reddito verrebbe meno dopo il rifiuto di tre offerte di lavoro, ma con una specifica "geografica", con l'obiettivo di non penalizzare cioè chi non accetterà come prima offerta un'occupazione al di fuori della propria città o Regione.

"PACE FISCALE" AL 20% CON TETTO 100.000 EURO - L'accordo raggiunto dopo un lungo braccio di ferro sul decreto fiscale collegato alla legge di bilancio stabilisce un'aliquota al 20% per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi. Sarà prevista l'opzione di dichiarazione integrativa ma con la possibilità di far emergere fino ad un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate e comunque con un tetto di 100.000 euro. Per ridurre il contenzioso, si potranno inoltre sanare le liti con il fisco pagando senza sanzioni o interessi il 20% del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria del contribuente in secondo grado (o il 50% in caso di vittoria in primo grado). Allo stesso tempo, con la rottamazione ter delle cartelle Equitalia saranno cancellati sanzioni e interessi, dilazionando i pagamenti in 20 rate in 5 anni e arriverà lo stralcio delle minicartelle sotto mille euro accumulate dal 2000 al 2010.

DALLE PENSIONI D'ORO 1 MLD IN 3 ANNI - Il taglio delle pensioni sopra i 4.500 euro netti al mese nella parte di assegno non coperta dai contributi pagati porterà nelle casse dello Stato un miliardo di euro nell'arco di un triennio. La precisazione temporale è arrivata dopo gli annunci di Luigi Di Maio.

FLAT TAX PER GLI AUTONOMI - Il forfait esiste già ed è al 15% per i professionisti con ricavi fino a 30.000 euro e per le altre categorie con ricavi fino a 50.000 euro. L'obiettivo è estendere la platea ad autonomi, Snc, Sas e Srl che optano per il regime di trasparenza con ricavi fino a 65.000 euro. Dai 65.000 ai 100.000 euro si pagherebbe un 5% addizionale. Le start up e le attività avviate dagli under35 godrebbero di un supersconto al 5%. Il costo è di circa 600 milioni il primo anno e di 1,7 miliardi a regime.

SGRAVI IRES, SU UTILI REINVESTITI TAGLIO AL 15% - L'aliquota al 24% scenderebbe di 9 punti sugli investimenti in ricerca e sviluppo, in macchinari e in assunzioni stabili. Il costo sarebbe di 1,5 miliardi di euro. Dovrebbero essere anche confermati gli ammortamenti di Industria 4.0.

ADDIO A SCONTI ACE E IRI - Per finanziare le agevolazioni fiscali alle imprese saranno abolite l'Ace, l'Aiuto alla crescita economica, e la mai nata imposta ridotta Iri, destinata al mondo delle Pmi e attesa dal primo gennaio 2019. Il recupero finanziario è di circa tre miliardi.

7 MILIARDI DI TAGLI, ANCHE SU IMMIGRAZIONE - Per legge i ministeri devono già operare tagli per un miliardo di euro l'anno. Lo sforzo richiesto potrebbe essere però ben superiore, pari a 3-4 miliardi. Promesso un taglio di 1,3 miliardi in tre anni spesi per l'immigrazione, di cui 500 milioni nel 2019.

DA INVESTIMENTI SPINTA AL PIL - Il capitolo investimenti è quello più gradito al ministro dell'Economia, Giovanni Tria. E' previsto che valga lo 0,2 del Pil, pari a 3,5 miliardi. Oltre alle risorse finanziarie si punta a sbloccare gli investimenti a livello locale con uno sblocco dei bilanci dei Comuni (anche quelli in perdita) e con una revisione della soglia per gli appalti senza gara.

DECRETO TAGLIA LEGGI, NORME SU RC AUTO - La novità è l'arrivo di un secondo decreto, che scorpora dal dl fiscale norme altrimenti non omogenee. Il dl rinominato "taglia scartoffie e leggi inutili" cancella oltre 100 adempimenti per le imprese" e ingloba misure per garantire una Rc auto "più equa"; per sancire l'incompatibilità tra ruolo di governatore regionale e commissario alla sanità "per non avere più casi De Luca"; per bloccare i pignoramenti della casa per chi ha crediti verso la P.a. (norma Bramini) e per bloccare "i medici furbetti che aumentano la lista di attesa per l'intramoenia".

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