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Olio d'oliva, Confagricoltura Sicilia: indicare la provenienza sull'etichetta

Olio d'oliva

«Non c'è più sordo di chi non vuole sentire». Così Confagricoltura Sicilia commenta le dichiarazioni di due giorni fa del patron della "Oleifici Bono" di Sciacca, Michele Bono, che definisce «fake news» l’allarme lanciato dai produttori dopo lo sbarco a Palermo di 800 tonnellate di olio biologico tunisino, l’equivalente di quasi un milione di bottiglie.

«Che l’Italia sia deficitaria nel settore dell’olio d’oliva è un fatto risaputo da diverso tempo - aggiunge Confagricoltura - e la Spagna, cui ci lega l’euro, è tradizionalmente il nostro principale fornitore. Proprio per questa ragione il paese
iberico è tenuto al rispetto delle regole comuni sulla concorrenza. Nulla vieta, nell’ambito del mercato globale di poter acquistare la materia prima anche da paesi extra Ue, a condizione che questa provenienza venga indicata chiaramente in etichetta. I contingenti di olio tunisino sbarcati in estate in Sicilia, per motivi umanitari votati dal Parlamento europeo non vengono applicati i dazi doganali».

L’organizzazione degli agricoltori, «confortata dalle dichiarazioni di Bono circa la totale assenza di olio tunisino
negli scaffali italiano, si domanda: ma che fine fa? Se viene destinato al mercato mondiale, i consumatori di questi paesi penseranno di acquistare un prodotto siciliano, e invece consumeranno un oli non dell’Ue: un gran biglietto da visita per il nostro Paese e per la nostra olivicoltura», conclude Confagricoltura.

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