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Migranti via da Riace, il Viminale chiarisce: "Nessun trasferimento obbligatorio"

A Riace non ci sarà alcun trasferimento obbligatorio: i migranti si muoveranno solo su base volontaria. È questo il meccanismo che scatta quando un progetto Sprar deve chiudere, perché finisce oppure perché viene revocato dal Viminale. E quanto specificano fonti del Ministero dell’Interno.

Quando accade ora - spiegano dal Viminale - è che i migranti hanno due opzioni: restare dove sono (e non beneficiare più del sistema di accoglienza), oppure possono andare in altri progetti Sprar nelle vicinanze, naturalmente sulla base delle disponibilità. La proposta di nuova destinazione viene formalizzata dagli operatori del
progetto.

Ciò non toglie che gli enti territoriali come Comune o Regione possono avviare altri interventi di assistenza. Il Comune di Riace ha 60 giorni di tempo per fornire la documentazione finanziaria sui migranti che beneficiavano dell’accoglienza, sia che queste persone decidano di essere trasferite sia che restino nel comune calabrese.

Sulla vicenda intanto è arrivata una nota del coordinamento comunale di Riace della Lega: «In merito alle indagini portate avanti dalla Procura della Repubblica di Locri e dalla guardia di finanza, sfociate con gli arresti domiciliari del cessato sindaco Lucano - spiegano - e considerando il provvedimento del Ministero dell’Interno, che di fatto chiude il tanto decantato mito del modello Riace, sarebbe giusto e doveroso per tutti gli esponenti della sinistra e falsi buonisti, a cominciare da Saviano per finire con la Boldrini, fare un pò di mente locale».

«Ricordatevi - aggiunge il Coordinamento - che le indagini sulle gravi irregolarità avvenute a Riace erano state avviate da Minniti, il quale inviò ben tre ispezioni ministeriali che diedero tutte esito negativo. Le criticità erano evidenti e gli ispettori chiesero più volte di apportare correttivi alla gestione. Raccomandazioni sempre disattese per delirio di onnipotenza. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. La morale è che tutto ha un inizio, ma anche una fine».

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