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Guida e basta, Anas "canta" la sicurezza stradale: il videoclip

''Pensa che quando ero vivo, non guidavo neanche male. Una volta ho anche frenato su una striscia pedonale, ma se ero un po' in ritardo a un nuovo appuntamento, io passavo sulle strisce a non meno di 200...''.

Tra ritmi di bossa nova e un pizzico di humor nero, Anas torna in campo per la sicurezza stradale e trasforma Quando Guidi, Guida e basta, il claim della campagna promossa con Polizia di Stato e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in una canzone e videoclip, che sarà a rotazione su radio e social.

Interpreti, due voci d'eccezione: il cantautore Carlo Fava, che firma anche la musica, e il giornalista Paolo Liguori, per raccontare di una vita che non c'è più, proprio per le sue pericolosissime abitudini al volante.

''La strada è un luogo collettivo ed è importante che tutti ne rispettino le regole - spiega l'amministratore delegato di Anas, Gianni Vittorio Armani - Già da tre anni ci siamo attivati per la sicurezza stradale e questo video è parte di una più ampia campagna di sensibilizzazione, perché gran parte degli incidenti avvengono per distrazione''.

''Oggi le nostre vite sono completamente travolte e modificate da comunicazione e velocità'', aggiunge il direttore del Tgcom Paolo Liguori, per l'occasione in veste ''di cantautore. Noi - dice - abbiamo scelto di dire 'guardate cosa vi succede se non state attenti'''.

Non ''con un messaggio troppo forte o scioccante, che sappiamo vengono rifiutati dall'utente - aggiunge Alberto Molinari, regista insieme a Francesco Cabras - Ma con un video che facesse sorridere e pensare''.

Protagonista, Lele Vannoli che tra sorpassi in corsia d'emergenza, un sms alla moglie e un altro all'amante, sulle parole di Gianluca Martinelli incarna la pericolosa inversione di tendenza rilevata da Polizia di Stato e Carabinieri. Il numero di vittime sulle strade, secondo i dati Istat, nel 2016 aveva finalmente registrato una battuta d'arresto, con 145 deceduti in meno rispetto al 2015. Nel 2017 invece sono aumentati gli incidenti mortali dell'1,4% (22 in più del 2016, da 1.547 a 1.569) e, soprattutto, le vittime con un +2,7% (45 deceduti in più, da 1.665 a 1.710).

''Per l'Istat il 16% degli incidenti ha come causa la distrazione, secondo la Commissione europea tra il 10 e il 30%'', aggiunge Roberto Sgalla, Direttore Centrale delle Specialità Polizia di Stato. In particolare, sotto accusa l'uso improprio dello smartphone (+7,1% le infrazioni nel 2017).

Per avere un'idea, spiega Armani, ''mandare un sms al volante è come guidare bendati per 10 secondi. Controllare i social per 20 secondi andando a 100 all'ora, come attraversare 5 campi di calcio ubriachi e senza vedere''.

I più colpevoli, ''proprio quelle persone ritenute più affidabili: non i giovanissimi, ma i giovani 'grandi', quelli che pensano di poter fare tutto contemporaneamente. Invece bisogna avere attenzione per se stessi, per chi sta nel proprio abitacolo e anche per chi sta fuori''.

Cosa fare? ''Comunicazione - dice Sgalla - intensificazione dei controlli, ma oggi la semplice multa o la decurtazione dei punti non sono deterrenti efficaci. Vista la gravità degli incidenti da distrazione, è auspicabile l'introduzione di una sanzione che da tempo chiediamo: la sospensione della patente, anche significativa, da tre a sei mesi''.

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