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Mattarella: "Magistrati soggetti solo alla legge, non ai media"

«L'attenzione e la sensibilità agli effetti della comunicazione non significa orientare le decisioni giudiziarie secondo le pressioni mediatiche né, tanto meno, pensare di dover difendere pubblicamente le decisioni assunte. La magistratura, infatti, non deve rispondere alle opinioni correnti perché è soggetta soltanto alla legge». Lo ha ribadito il presidente Sergio Mattarella parlando ai vecchi e nuovi membri del Csm riuniti al Quirinale.

«La credibilità e la trasparenza» dell’azione della magistratura sono «doverose» e «possono essere rafforzate anche da un’adeguata comunicazione istituzionale» la
quale «appare, inoltre, idonea a tutelare anche i singoli magistrati da sovraesposizioni cariche di pericoli e che non si rivelano utili».

«Al Csm la Costituzione ha, opportunamente, attribuita la cruciale funzione disciplinare. La centralità di questa funzione è desumibile dalla stessa composizione della Sezione, la cui presidenza è affidata dalla legge 195 al Vice Presidente; è, questo, uno dei compiti più importanti e impegnativi che la legge gli attribuisce. L’aver mantenuto la giurisdizione disciplinare all’interno dell’organo di governo autonomo è scelta che la Costituzione ha compiuto sempre a tutela dell’autonomia e dell’indipendenza della Magistratura. Proprio per questo la celerità nelle decisioni e il rigore nella valutazione dei fatti devono caratterizzare l’attività della Sezione disciplinare, il cui corretto funzionamento non è desumibile soltanto dai dati
statistici».

«Presiedere il Consiglio Superiore è uno dei compiti al quale, come Capo dello Stato, presto maggiore attenzione, perché, attraverso di esso, si realizza la sintesi,
individuata dall’Assemblea Costituente, per rendere la Magistratura un ordine autonomo e, al contempo, elemento fondamentale dell’assetto democratico della Repubblica».

«I componenti «laici», secondo quanto prevede lo stesso art. 104 della Costituzione, sono eletti non perché rappresentanti di singoli gruppi politici (di maggioranza
o di opposizione) bensì perché, dotati di specifiche particolari professionalità, il Parlamento ha affidato loro il compito di conferire al collegio un contributo che ne integri la sensibilità».

«Al contempo - ha subito aggiunto il presidente Mattarella - i togati non possono e non devono assumere le decisioni secondo logiche di pura appartenenza. Ciò che deve guidare i componenti - tutti - è il senso del servizio all’istituzione così come la prospettiva del servizio al Paese. Dal Consiglio Superiore della Magistratura la Repubblica si attende che questo sia l’unico criterio di comportamento».

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