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Ogm, ricercatori a Montecitorio contro la sentenza Ue

I ricercatori italiani si preparano a scendere in campo contro la sentenza della Corte di Giustizia Europea che equipara agli Ogm le piante modificate con le moderne tecniche del taglia e incolla del Dna, come la Crispr: il 18 settembre è prevista una manifestazione in piazza Montecitorio, con il primo assaggio pubblico del riso modificato con la Crispr. L'iniziativa è organizzata dall'associazione Coscioni ed è prevista la presenza del presidente della Società di Genetica Agraria, Mario Pezzotti, e del presidente della Federazione Italiana Scienze della Vita (Fisv), Gennaro Ciliberto.

"La sentenza del 25 luglio scorso ha detto chiaramente che le piante ottenute con le tecniche di genome editing, ossia di correzione genetica tramite la tecnica della Crispr, devono essere considerate alla pari degli Ogm nei quali è introdotto un gene estraneo, e quindi devono essere regolate dalla relativa direttiva europea del 2001/18", ha detto Pezzotti all'ANSA. Di conseguenza, in base a questa normativa, "le aziende interessate a produrre queste piante dovrebbero dimostrare che non sono pericolose per la salute dell'uomo, degli animali e dell'ambiente. Studi di questo tipo richiedono circa 10 anni e un costo di circa 100-120 milioni di euro per ogni pianta e comunque queste piante non sarebbero coltivabili in Italia, dove è vietato produrre Ogm".

Questo, rileva Pezzotti "blocca la ricerca e la produzione delle piante ottenute con il taglia-incolla il Dna" e che "sono esenti da rischi, come hanno già detto moltissime accademie e società scientifiche, come l'Accademia dei Lincei, la Federazione italiana Scienze della Vita, l'americana National Academy of Sciences e la britannica Royal Society".

Le nuove tecnologie di correzione del genoma "infatti consentono di intervenire in modo preciso sui singoli geni e di ottenere piante mutate come quelle che si otterrebbero in natura attraverso mutazione spontanea" ha osservato il biotecnologo Roberto Defez del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Questi metodi permettono di "ottenere piante utilissime per un'agricoltura rispettosa dell'ambiente, per esempio che resistono a virus, batteri, funghi, evitando l'uso di trattamenti chimici, e che resistono meglio ai cambiamenti ambientali".

Di conseguenza gli esperti chiedono ai politici "di rivedere - ha osservato Pezzotti - la direttiva del 2001, oppure di fare in modo che queste piante non siano sottoposte a quelle regole". Chiedono inoltre "ai ministri dell'Ambiente e dell'Agricoltura di permettere la sperimentazione in pieno campo delle piante derivate da genome editing, in modo da valutarle ed eventualmente impiegarle".

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