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Sconfigge la leucemia ma non può andare a scuola: tra i compagni anche dei "no vax"

A otto anni ha sconfitto la leucemia grazie anche alla donazione del midollo da parte della sorellina e a una pesante chemioterapia, ma ora che sta bene il caos sui vaccini gli impedisce una normale vita da scolaro. Tutto è legato al fatto che tra i suoi compagni di classe, in un istituto del trevigiano, ci sono cinque bambini non vaccinati che potrebbero compromettere la sua salute. Mentre continua il caos vaccini in questi primi giorni di avvio delle scuole, due regioni, Marche e Toscana approvano le loro leggi che confermano l'obbligo vaccinale già previsto nelle norme Lorenzin, ora messe in discussione dall’emendamento del decreto Milleproroghe (che introduce l’autocertificazione per quest’anno scolastico fino a marzo) e dal disegno di legge che vuole introdurre l'obbligo flessibile.

La vicenda del piccolo veneto è stata riferita da un medico di Castelfranco Veneto (Treviso), Oriana Maschio, con un post su Facebook proprio quando con il 'Milleproroghè si parla di riaprire la partita «no vax». Per la dottoressa, che ha appreso della vicenda da una collega, «il fatto è paradigmatico». «Sono indignata - dice - per queste opinioni che circolano, sproloqui non basati sull'evidenza scientifica e sfruttati da certi politici». Un problema di difficile soluzione anche per l’Usl. "Questo è un caso che ancora non ci siamo trovati ad affrontare concretamente - chiarisce il direttore generale Francesco Benazzi - .Effettivamente è una situazione che può porsi per un bambino che abbia superato una leucemia o per altri bambini immunodepressi: è opportuno che non frequentino bambini non vaccinati».

Intanto il mondo politico interviene, proprio partendo dal Milleproroghe. Ettore Rosato (Pd), vice presidente della Camera, critica la probabile eliminazione dell’obbligo vaccinale previsto dalla cosiddetta legge Lorenzin. «Il caso di Treviso - aggiunge la Dem veneta Alessandra Moretti - fa capire, per l'ennesima volta, l’importanza dell’obbligo per proteggere anche quei bambini più sfortunati che non possono essere vaccinati a causa delle proprie condizioni di salute e non per fissazioni o credenze astruse di genitori irresponsabili, egoisti e ignoranti».

«Vaccinarsi non è solo un gesto che ci mette al riparo da malattie prevenibili, ma anche un gesto di solidarietà con cui ci prendiamo cura dei più deboli» dice Andrea Iacomini di Unicef Italia. «In vista della discussione sulla conversione in legge del cosiddetto decreto Milleproroghe come Unicef Italia - aggiunge - abbiamo condiviso con i relatori le nostre posizioni». Insistendo sulla tutela dei bambini a cominciare dagli immunodepressi, come il bimbo trevigiano, Iacomini annuncia che Unicef Italia vuole lanciare il progetto 'Proteggi un bambino. Proteggili tuttì, una petizione rivolta al Governo e al Parlamento. Intanto il consiglio regionale del Molise ha approvato la legge sull'obbligatorietà.

La vicenda ricorda quella già "vista" di una bambina della provincia di Treviso, trapiantata e con deficit immunitario, che non ha potuto frequentare la scuola dell’infanzia perché in classe c'erano due bimbi non vaccinati ma anche quella che vede un bimbo di 4 anni (in attesa di vaccinazione il 21 settembre, secondo il padre) che a Settimo Torinese (Torino) ha vissuto il suo primo giorno di scuola d’infanzia da solo in isolamento in palestra. Per tentare di risolvere la situazione sono intervenuti i Carabinieri che hanno segnalato il caso alla Procura.

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