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Plutone in corsa per tornare a essere un pianeta

Declassato a pianeta nano nel 2006, Plutone non si rassegna ed è di nuovo in campo per tornare ad avere lo status di pianeta. A sostenerlo è la ricerca pubblicata online sulla rivista Icarus, nella quale il gruppo guidato da Philip Metzger, dello Space Institute, ha passato in rassegna ben due secoli di letteratura scientifica per scoprire come non ci siano i presupposti per considerare Plutone un pianeta nano.

Scoperto il 18 febbraio 1930, Plutone era stato immediatamente considerato un pianeta, ma presto le osservazioni sempre più numerose di piccoli oggetti nella zona ai confini del Sistema Solare chiamata fascia di Kuiper portarono molti astronomi a definire 'plutini' questi corpi celesti, troppo piccoli per essere veri pianeti e troppo grandi per essere semplici asteroidi. Plutone divenne il loro prototipo e presto ci si cominciò a chiedere se fosse legittimo considerarlo ancora un pianeta. Finchè il 24 agosto 2006, a Praga, l'Unione astronomica internazionale (Iau) privò Plutone del suo status di pianeta, designandolo come il primo dei corpi plutoniani, i pianeti nani che si trovano al di là dell'orbita di Nettuno.

La 'riscossa' di Plutone era cominciata nel febbraio 2017, quando sei esperti statunitensi, tra i quali Alan Stern, responsabile per la Nasa della missione New Horizons, avevano avanzato l'idea di rivedere la definizione di 'pianeta'. Questo alla luce di immagini ravvicinate di monti, canyon, crateri e altre formazioni geologiche di Plutone raccolte dalla missione New Horizons della Nasa. Lo stesso Stern, con l'astrobiologo David Grinspoon, lo scorso 8 maggio aveva scritto sul Washington Post che Plutone è uno dei quei mondi "abbastanza grandi da essere stati modellati in una forma sferica dalla loro stessa forza di gravità. I corpi celesti più piccoli, come gli asteroidi e le comete hanno infatti una forma irregolare". Questa stessa tesi è ripresa ora da Metzger, che in due secoli di analisi di articoli di astronomia non ha trovato una ragione valida per considerare Plutone un semplice pianeta nano.

"In prospettiva un possibile compromesso potrebbe essere continuare a considerare i pianeti del nostro Sistema Solare otto, da Mercurio a Nettuno, e definire corpi planetari quei corpi celesti che sono qualcosa di più che semplici asteroidi", osserva Federico Tosi, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). "Ad esempio - prosegue - abbiamo nel Sistema Solare oggetti che sono addirittura più grandi di Mercurio, come il satellite di Giove Ganimede. Sono sferici, hanno un campo magnetico intrinseco e sono quindi oggetti pl netari a tutti gli effetti. La parola corpo planetario potrebbe essere un punto d’incontro per qualcosa che è più di un asteroide e meno di un pianeta, e ha un'attività geofisica importante e consolidata".

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