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'?War is over' al Mar di Ravenna arte e conflitti

RAVENNA - Il contrario della guerra non è la pace ma il dialogo, il conflitto dominato, la dialettica: è il punto di vista che propone la mostra '?War is over. Arte e conflitti tra mito e contemporaneità', a cura di Angela Tecce e Maurizio Tarantino, in programma al Mar-Museo d'Arte della città di Ravenna dal 6 ottobre (inaugurazione il 5, ore 18) al 13 gennaio.
    Tre i temi del progetto espositivo: 'Vecchi e nuovi miti', sulle ideologie spesso alla base di conflitti, o sulle mitologie che ne sono derivate; 'Teatri di guerra. Frontiere e confini', che restituisce la rilettura data dagli artisti delle immagini di guerra che si susseguono sotto i nostri occhi, dove i confini dividono ciò che è 'dentro' da ciò che è 'fuori'; 'Esercizi di libertà', rivolto a ciò che l'arte può dirci sul nostro futuro, non come proiezione di un presente conflittuale, ma come spazio libero di creatività. Una sessantina gli artisti in mostra, da Abramovic a Weiner, passando per De Chirico, Guttuso, Picasso, Rubens, Fontana, Burri, Marinetti, Christo e Andy Warhol.
    Nella sala d'ingresso, attraverso una feritoia, ci si cala nei miti e nelle tragiche realtà della Prima guerra mondiale.
    Nel corridoio del primo piano i calchi di cavalli e cavalieri del Partenone della gipsoteca del Mar si rianimano al passaggio del visitatore evocando tematiche dantesche. Infine, la rilettura e la ricontestualizzazione del monumento simbolo delle collezioni del Mar, la struggente lastra funeraria di Guidarello Guidarelli, recentemente restaurata e riallestita.
    La decisione di non seguire un criterio cronologico, spiegano i curatori, "deriva dalla volontà di rispettare il 'qui e ora' che non solo presiede alla realizzazione di un'opera, ma che è il portato inevitabile del suo essere storia e del suo destino".
    Testi e opere esposte, colloquiando tra loro, ricordano che il dialogo, la gestione dei conflitti e delle tensioni, la dialettica fondata sulle ragioni di ognuno non sono la pace, anzi ne sono ben lontani, ma rappresentano l'unica vera alternativa alla guerra. (ANSA).
   

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