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Cuffaro all'Ars, scontro nell'opposizione ma lui chiarisce: "Non torno in politica"

I grillini chiedono di fermare il ritorno di Cuffaro all'Ars, seppure da relatore in un convegno sulle carceri. Ma il colpo di scena è che a difendere il diritto di parola dell'ex presidente della Regione è Claudio Fava, che pure è sempre stato fra i suoi principali avversari politici.

Totò Cuffaro continua a dividere i partiti. Giovedì prossimo tornerà all'Ars, a distanza di dieci anni dalle dimissioni dovute alla condanna, per parlare di carceri e diritti dei figli dei detenuti. Un convegno che si svolgerà nella sala dedicata a Piersanti Mattarella.

Un fatto che spinge Giancarlo Cancelleri, leader dei grillini, a intervenire da New York chiedendo di bloccare tutto: “E' una porcata. E sa pure di beffa: non solo viene srotolato il tappeto rosso davanti ad un condannato per fatti di mafia, ma si lo fa pure nella sala dedicata a chi per mano  della mafia ci ha rimesso la vita. Non c’è che dire, pensavamo di aver toccato il fondo con le ultime uscite di Micciché,  ma evidentemente si vuole continuare a scavare. E poi ci si chiede perchè i cittadini si allontanano dalle istituzioni”.

Ma Claudio Fava, presidente della commissione Antimafia, legge la vicenda da un altro punto di vista: “Si obietta che il convegno si terrà all’ARS, e siccome Cuffaro fu condannato per favoreggiamento mafioso mentre era presidente della Regione, vada ovunque ma non metta mai più piede a Palazzo dei Normanni! Lo direi anch’io se l’avessero invitato a discettare di politica: Cuffaro vada pure dai suoi amici, dai suoi ex sodali di partito, nelle sue parrocchie: ma non all’Ars. Ma l’hanno invitato a parlare ad un convegno che s’intitola «Oltre le sbarre. Uno sguardo ai diritti e alle tutele dei figli dei detenuti». Dunque? Dov’è lo scandalo? Deve tacere perché si chiama Cuffaro? Ci fa così paura da togliergli il diritto di parlare della sua esperienza di detenuto assieme a un direttore di carcere e al garante dei detenuti?”.

Da qui la conclusione di Fava: “Io non ho nulla a che spartire con Cuffaro per cultura politica, comportamenti, amicizie, pratiche, vocazioni e furbate. Ma riconosco all’ex detenuto Cuffaro il diritto di parlare della propria esperienza di carcerato. E a chi ha voglia di ascoltarlo, di poterlo fare. E lo dico proprio perché so che organizzando i sit in di protesta davanti all’Ars c’è chi già pensa di raccattare qualche voto in più o qualche applauso in più. Ma dei voti e degli applausi che si raccolgono mostrando in piazza la faccia feroce, ecco, consentitemi, io ne faccio volentieri a meno”.

Intanto Cuffaro, che a gennaio chiederà la riabilitazione, smentisce i boatos che da tempo circolano all'Ars, secondo cui vorrebbe candidarsi alle Europee. Se la riabilitazione verrà concessa dal Tribunale di Sorveglianza, verrà meno l'interdizione dai pubblici uffici, pena accessoria rispetto alla condanna per favoreggiamento alla mafia: “La richiesta di poter beneficiare della riabilitazione penale - ha detto ieri Cuffaro - è un diritto che intendo esercitare e che nulla ha a che vedere con la politica attiva e di partito. L’unico impegno politico che intendo proseguire è quello sociale e umanitario in favore degli ultimi e che mi vede coinvolto con tante altre persone in progetti di assistenza medica’ e per la realizzazione di infrastrutture sanitarie”.

Cuffaro spiega di attendere «maggiori delucidazioni, ma sarò presente. Quanto alle polemiche del M5S, la mia esperienza del carcere mi ha insegnato a non giudicare me stesso e soprattutto gli altri. Rispetto il loro pensiero perché ognuno ha il diritto di esprimere le proprie idee. Non mi sento perseguitato dalla politica - continua Cuffaro che ha ricevuto l’invito dal deputato regionale dell’Udc Vincenzo Figuccia - semmai è una sollecitazione dell’esperienza di sofferenza che ho vissuto in carcere. Ho rispettato la giustizia, sono stato ossequioso nei confronti delle sentenze, il mio interesse adesso è quello di tornare agli impegni umanitari». Cuffaro vuole «sensibilizzare l’opinione pubblica per porre un’attenzione più bonaria nei confronti dei detenuti che, seppur dentro le carceri, restano comunque persone dotate di una loro dignità». L’ex presidente della Regione è attualmente impegnato in progetti per il sociale: «Il 15 ottobre è prevista una serata di gran gala al Teatro Massimo di Palermo, dove interverranno anche autorità del Burundi per raccogliere fondi in vista dell’ allestimento dell’ospedale più grande del paese africano. In Burundi intendiamo portare medici e attrezzature. Ho ricevuto tantissime richieste da parte di medici italiani per questo progetto».

E su Facebook interviene anche il parlamentare regionale del Pd Antonello Cracolici: «Amo dire quello che penso, non facendo mai prevalere l’opportunismo alla libertà delle mie opinioni. Questa polemica sulla partecipazione di Cuffaro ad un confronto in una sala di Palazzo dei Normanni la trovo spropositata. Conosco Cuffaro dai tempi della frequenza universitaria - scrive Cracolici - e con lui siamo stati sempre su fronti contrapposti. Non ho mai condiviso la sua idea di Sicilia, la sua idea della politica. Ma non sopporto che si debba mettere in discussione la libertà di parola di qualcuno. Si abbia il coraggio di dire che Cuffaro non ha più diritto di esprimere la sua opinione, invece di continuare la discussione sul dove possa parlare».

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