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Reddito di cittadinanza, per cinque milioni di poveri servono 6,2 miliardi di euro

Il ministro Di Maio

L’estensione del reddito di inclusione a tutti i cinque milioni di poveri «assoluti» in Italia potrebbe costare almeno altri 6,2 miliardi arrivando a una spesa complessiva di otto miliardi l’anno a regime. E’ il calcolo messo a punto dall’Inps nell’ultimo Rapporto annuale che sottolinea come al momento lo strumento raggiunga solo il 29% delle persone in povertà assoluta (1,46 milioni su cinque milioni).

Ieri il ministro di Maio ha detto che il reddito di cittadinanza non può partire solo dai centri per l’impiego. "Bisogna riformarli - ha detto - ma nel 2019 deve partire il reddito di cittadinanza. Dobbiamo mettere nella legge di Bilancio le coperture per consentire almeno ai cinque milioni di persone in povertà assoluta di trovare un lavoro, aumentare la domanda interna e quindi aiutare le imprese a riprendersi». Bisogna comunque ricordare che solo una parte dei cinque milioni di poveri è in età da lavoro dato che il riferimento è all’intera popolazione in situazione di povertà.

La spesa aggiuntiva di 6,2 miliardi (oltre agli 1,8 miliardi già previsti) è stimata dall’Inps sulla base dell’attenuazione dei requisiti patrimoniali e reddituali di accesso alla misura per allargare la platea ma anche di un aumento dell’importo base della misura ora in vigore per il contrasto alla povertà.

Nell’ipotesi di rafforzamento del Rei studiata dall’Inps si passerebbe per una persona singola in condizione di povertà assoluta da 187 a 250 euro mensili. «In dettaglio - si legge - il nuovo importo base, da moltiplicare per la specifica scala di equivalenza del nucleo familiare, sarebbe innalzato da 2.250 a 3.000 euro annui, senza ulteriori tetti». In pratica il REi per una famiglia di cinque persone - facendo i calcoli sulla base della ipotesi elaborata dall’Inps - potrebbe arrivare a 710 euro al mese.

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