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Dall'Olanda alla Sicilia, 5 mete per chi ama i mulini

AMSTERDAM - La ventosa Olanda è la patria dei mulini a vento che spuntano lungo i canali della campagna, a ridosso delle strade che delimitano fattorie e borghi medievali. Ovunque giganteschi mulini a vento regalano uno spettacolo unico: poderosi, rumorosi, in legno, paglia, corde, stoffe e pietre, sono il simbolo del Paese, come gli zoccoli e i tulipani. I mulini, così come le dighe e i canali, sono stati la salvezza d’Olanda dall’invasione dell’acqua, usati anche per la macina del grano; ora il Paese rende omaggio a quelle gigantesche costruzioni, aprendole ai visitatori. I più famosi e spettacolari sono i 19 mulini di Kinderdijk, a pochi chilometri da Rotterdam: risalgono al 1740 e, solo d’estate, sono ancora funzionanti. Seppur lenti e rumorosi, per la loro importanza storica, sociale e culturale l’Unesco li ha dichiarati patrimonio dell’umanità. Sorgono su due file opposte nei dintorni del borgo di Kinderdijk, tra gli sconfinati prati erbosi della pianura dell’Alblasserwaard, punteggiata da casolari, residenze di campagna, castelli e vigorosi canali d’acqua.

E’ bello arrivarci in bicicletta, pedalando dal borgo di Bunnik o da Gouda, centro famoso per i suoi formaggi, magari a maggio quando in tutto il Paese si festeggia la giornata nazionale dei mulini. Tra le 19 strutture, 9 a base circolare e 10 a base ottagonale, soltanto una è aperta al pubblico: il mulino Nedrwaardmolen 2, a base circolare, ospita un museo che racconta come vivevano e lavoravano le famiglie dei mugnai olandesi alla fine del Settecento. Sempre nell’Olanda meridionale, a Leida, si visita Molen de Valk, chiamato anche il “falco”, un mulino del 1785, museo dal 1966, al cui interno è possibile ammirare una collezione di oggetti utilizzati per la macina, strumenti e libri dei mugnai dal 1930 a oggi. Il mulino di Leida, che si trova vicino alla stazione ferroviaria, in realtà è ancora in funzione e all’interno, oltre al museo ospita anche un negozio dove è possibile acquistare la farina integrale qui macinata e, al primo piano, l’abitazione dell’ultimo mugnaio ancora esistente in Olanda. Le sale adibite a mostra, al primo e al secondo piano del mulino, sono dotate di programmi audiovisivi che illustrano la storia della macinazione e presentano la collezione degli antichi oggetti per la macina. 

Anche a nord del Paese si incontrano mulini a vento: Molen de Adriaan, per esempio, spunta dal tetto di una abitazione nel cuore di Haarlem, ad appena 15 minuti d’auto da Amsterdam. E’ il mulino più famoso della città, a pianta esagonale, costruito nel 1778 su una sponda del fiume Spaarne. Un incendio lo distrusse nel 1932 ma grazie ai suoi cittadini è stato recentemente ricostruito sull’antica torre che difendeva il centro della città. All’interno si ammirano il funzionamento, la maestosità e la spettacolarità della sua posizione panoramica. A nord di Amsterdam, esattamente a Zaanse Schans, nell’area di Zaandam, c’è una forte concentrazione di mulini a vento: costruiti a partire dal Trecento lungo il fiume Zaans, molti di questi storici mulini risalenti al Settecento sono ancora in ottimo stato e rappresentano una forte attrazione turistica, tant’è che in alcuni è possibile avvicinarsi ai meccanismi e alle tavole di legno per scoprire come erano fatti. Il modo migliore per apprezzare la bellezza e la maestosità dei mulini è navigare in battello lungo il fiume e passeggiare, magari in bicicletta, in questo angolo di paradiso. I primi mulini risalgono al 1321 e venivano sfruttati per muovere l’acqua e macinare la farina; poi furono costruiti altri mulini usati come frantoi per l’olio, per la carta, per il cacao, per la mostarda e persino per il cemento. I mulini della zona vennero costruiti anche per rompere le pietre che servirono per costruire gli attuali palazzi di piazza Dam ad Amsterdam. Nel Novecento i mulini furono sostituiti con i motori a vapore e il loro numero diminuì fino a poche decine; è per questo nel 1925 l’associazione Vereninging De Zaansche Molen decise di conservarne le strutture rimaste per poter mostrare alle nuove generazioni la storia e l’importanza dei mulini a vento nel Paese.

Nella Sicilia occidentale, terra di mare e saline, antichi e possenti mulini a vento spuntano su strisce di sabbia accecante e scintillante lungo il litorale che collega Trapani a Marsala. Sono mulini a sei pale, costruite nel Cinquecento per macinare il sale o pompare l’acqua di mare, perfettamente restaurati e ancora funzionanti; molti, però, sono stati trasformati in alberghi e centri d’accoglienza e altri in musei per ricordare la società contadina e salvaguardarne le antiche tradizioni. Si trovano in cima alle torri dei castelli o sulle alture lungo la “via del sale”, nel cuore della riserva naturale dello Stagnone di Trapani, un’area bellissima e ricca di storia, che regala scorci e panorami suggestivi. Oggi quei mulini sono una vera attrazione turistica, da scoprire assieme al loro territorio, soprattutto al tramonto quando il paesaggio si colora di tinte rosse e rosa che si riflettono sull’acqua circostante. In particolare merita una visita il mulino d’Infersa che, assieme ad altre due mulini perfettamente funzionanti, fa parte di un percorso museale e multimediale all’interno delle saline Ettore e Infersa che includono anche il centro visitatori, la bottega del sale, una degustazione gastronomica, la possibilità di alloggiare in un piccolo albergo e di passeggiare sull’isola Lunga, solitaria e affascinante, dove ci si immerge in una vasca rigenerante o ci si sdraia sulla crosta di sale. Aperto al pubblico tutto l’anno, il mulino d’Infersa è alto quasi 13 metri ed è a forma di stella; risale al XVI secolo ed è tra i più grandi di tutta l’area delle saline: gioiello di archeologia industriale, il suo ruolo è da sempre quello di sfruttare la forza del vento per attivare le macine destinate alla lavorazione del sale. Gli ingranaggi in legno - l’uso del ferro è ridotto al minimo per la presenza del sale - determinano la velocità di rotazione delle macine, fino a centocinquanta giri al minuto; nel vano superiore sono visibili ancora le macine per produrre la farina mentre nella parte inferiore si trova il meccanismo rotante.

L’arcipelago spagnolo delle Baleari è costellato di mulini a vento, da sempre fonte di energia e di sostegno per gli abitanti; oggi fanno parte del patrimonio culturale e paesaggistico delle isole, nonché un’interessante attrazione turistica. Sull’isola di Maiorca si calcola ce ne fossero più di 4mila, di cui oggi più dell’80 per cento è ancora visibile e rappresenta un elemento caratteristico del paesaggio culturale della Serra de Tramuntana, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Particolarmente interessanti sono i mulini di Pla de Sant Jordi, un’area nella quale se ne possono incontrare persino 650; quelli del complesso storico nel quartiere Jonquet del capoluogo Palma; i mulini dell’area compresa tra le strade Indústria, Fàtima, Borguny e Antic e il mulino di Santa Ponça de Calvià. Molti di questi, recentemente restaurati, sono diventati beni di interesse culturale e si scoprono percorrendo degli itinerari tematici, creati ad hoc. Minorca è stata la prima isola ad aver introdotto i mulini a vento ma oggi solo una trentina delle vecchie strutture è in buono stato di conservazione; tra i più belli merita una visita il Molí de Dalt, risalente al 1762 e al cui interno si trova un museo etnologico con attrezzi da lavoro che venivano utilizzati nei campi. Quello meglio conservato è il Molí des Comte di Ciutadella, costruito nel 1778 e utilizzato per macinare il grano con cui ottenere la farina. Infine, vale la pena arrivare anche al Molí de Baix, nel comune di Sant Lluís, oggi utilizzato come spazio creativo per i giovani. Nel paesino di Sant Antoni, sull’isola di Ibiza, esattamente a Punta des Molí, si trova un mulino centenario davvero particolare, che ospita al suo interno una sala dedicata alle mostre, un antico frantoio e un auditorium. A Puig d’en Valls si visita un mulino a vento rimasto in funzione fino al 1940 e che presenta i meccanismi interni ancora intatti. A Formentera, conosciuta anche come “l’isola del frumento”, i mulini venivano utilizzati per la trasformazione del grano in farina: oggi sei mulini a vento spuntano ancora possenti con il loro color bianco, il tetto conico e le grandi pale rustiche in legno. A Sant Francesc Xavier il mulino d’en Teuet, risalente al 1760, è il più antico mentre il mulino Pilar de la Mola, in attività fino al 1956, venne affittato nel 1968 a Bob Dylan, uno dei tanti artisti americani che frequentava l’isola come buen retiro. Oggi è l’unico aperto alle visite, perfettamente conservato. Tutti i mulini sono facilmente raggiungibili perché si trovano vicino alla strada principale partendo da Sant Francesc e San Ferrán, passando per la zona centrale dell’isola fino ad arrivare a la Mola, nella parte orientale di Formentera.

Sull’arcipelago greco delle Cicladi i mulini a vento sono comparsi tra il XII e il XIII secolo, usati per macinare il frumento; per il loro corretto funzionamento furono costruiti vicino al mare o in posizioni sopraelevate per poter sfruttare al meglio i venti che arrivavano da nord. Oggi fanno parte del paesaggio come attrazioni turistiche con le loro spesse mura bianche e in molti casi sono stati trasformati in alloggi di grande fascino. A Santorini, a due passi dal mare, una grande tenuta biologica ricca di vigneti ospita due mulini a vento – uno con le porte e finestre color lilla e uno verde acqua - trasformati in eleganti alberghi e in residenze di lusso, le Windmill Villas. Dal piano terra del mulino si gode di un fantastico panorama sui vigneti e sul mare mentre all’interno si respira un’atmosfera romantica e accogliente; la piscina esterna, panoramica e con idromassaggio, invita al tuffo. I mulini si trovano tra la capitale Fira e i villaggi di Oia, Nestor e Fotini. L’isola di Milos, luogo dove venne ritrovata la celebre statua di Afrodite, oltre al mare e alle spiagge splendide, stupisce con i suoi tramonti mozzafiato e con i suoi mulini a vento, riadattati in romantici alloggi: i più interessanti sono i mulini di Marketos, casa per le vacanze a pochi minuti da Klima, villaggio di pescatori dove le poche abitazioni sono scavate nella roccia. Sempre in prossimità del villaggio di Tripiti ci sono anche i mulini di Karamitsos, Drouga e Anastasia.

A Sifnos, un vecchio mulino del XVIII secolo è stato riconvertito nei Windmills Bella Vista, resort formato da abitazioni ricavate in casette di pietra, strutture basse e squadrate. Punto di forza è l’ineguagliabile vista panoramica sulle altre isole adiacenti, Paros, Ios e Folegandros.

Anche sulla minuscola isola di Koufonissi, quattro chilometri quadrati di spiagge deserte bagnate da un Egeo incontaminato, si può alloggiare in un vero mulino. La struttura, tonda e compatta, fa parte del residence Windmill Villas, che offre tutti i comfort e una vista suggestiva sul mare e su un porticciolo dove l’acqua è trasparente come quella di una piscina. La vista lascia senza fiato e la struttura, che risale al 1830 ed è protetta dal ministero dei beni culturali, regala emozionanti e paradisiache vacanze di mare. L’isola greca è formata da due piccole parti: Kato, deserta e selvaggia, e Ano dove, sulla costa sudoccidentale, si trova l’unico centro abitato, Chora, su una baia riparata dal meltèmi dove attraccano i traghetti provenienti dal Pireo e dalla vicina Naxos. Un vecchio mulino a vento sulla cima della collina, visibile dal traghetto prima di entrare in porto, accoglie turisti e amanti del mare.

Nell’Ottocento a Norfolk, nella riserva naturale vicino al porto di Blakeney, nell’Inghilterra orientale, è stato costruito il mulino di Cley-next-the-sea, oggi accogliente bed&breakfast. Del vecchio mulino dall’aspetto campestre è rimasto ben poco, ma il fascino e la bellezza della struttura meritano una sosta, soprattutto se vi si può alloggiare, immersi nella campagna inglese. Cley Windmill perse la sua funzione di mulino intorno agli anni Venti, quando l’architetto Cecil Upcher fece rimuovere il macchinario e le ruote dentate, che utilizzò come decorazione per gli interni, e lo trasformò in una residenza. Ristrutturato più volte oggi è una torre di cinque piani con il tetto a forma di cupola e otto pale che, ben fissate al tetto, girano quando c’è il vento. Il mulino, originale e romantico, è spesso usato per celebrare matrimoni o per trascorrevi la prima notte di nozze ed è diventato il simbolo della contea e una delle principali attrazioni turistiche, spesso utilizzato per girarvi film o pubblicità.

Persino Londra, nei secoli passati, era piena di mulini a vento: distrutti, incendiati e demoliti, oggi ne conserva solo pochi, alcuni dei quali funzionanti e in parte trasformati in musei. Nel quartiere di Brixton, per esempio, solo d’estate si può visitare Ashby’s Mill: risale al 1816 ed è stato recentemente restaurato. Ad Upminster si trova Abraham’s Mill, un mulino del 1803, tutto bianco e in attività fino al 1934. E’ visitabile anche Shirley, il mulino di Croydon, a sud della capitale britannica, datato 1854.

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