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Il pianeta brucia: gli incendi visti dai satelliti

Il pianeta sta bruciando: lo si vede chiaramente nell'immagine prodotta dal servizio della Nasa EOSDIS (Earth Observing System Data and Information System) Worldview, che ha permesso di rielaborare in tempo quasi reale le immagini ad alta risoluzione riprese dai satelliti lo scorso 22 agosto su scala globale. Nel planisfero, tra i bianchi vortici di nubi e il blu degli oceani, spiccano moltissimi pallini rossi che indicano gli incendi in corso: le fiamme interessano anche l'Europa e l'Italia, ma divampano soprattutto in Africa, America del Sud e Australia, anche se per ragioni diverse.

L'area con la maggiore concentrazione di roghi al momento è l'Africa centro-meridionale: considerando il loro numero, la localizzazione e l'estensione sul territorio, è probabile che siano per lo più incendi intenzionalmente provocati dagli agricoltori, che usano le fiamme per fertilizzare il terreno e ripulirlo dalle piante infestanti. La situazione pare invece più critica in Cile, dove quest'anno si è registrato un numero molto elevato di incendi. Soprattutto nella parte centrale del Paese, potrebbero aver giocato un ruolo cruciale la siccità e la sostituzione di parte della vegetazione locale con piantagioni più facilmente infiammabili, secondo quanto riporta un recente studio dell'Università del Montana. Anche il Brasile brucia, sia per cause naturali che per incendi indotti dall'uomo, che spesso però finiscono fuori controllo per effetto della siccità e dei venti. Vasti incendi boschivi stanno flagellando anche l'Australia: soprattutto nelle regioni nord-occidentali la stagione degli incendi si è protratta di ben due mesi, sconfinando in pieno inverno (ufficialmente iniziato il 1 giugno). Secondo il servizio meteorologico australiano, nello stato del Nuovo Galles del Sud il periodo compreso fra gennaio e luglio 2018 è stato il più caldo dal 1910.

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