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Trionfi nel fondo e nei tuffi, l'Italia chiude un Europeo show

Il salto in simbiosi dal trampolino da una parte, dall’altra la maratona estenuante nelle acque gelide e plumbee del bacino scozzese. Con una nota comune: l'oro, doppio, dell’Italia in questi Europei di Glasgow che si chiudono ancora sotto il segno dell’azzurro, che così tanto ha marcato la rassegna continentale. Nella piscina dei tuffi Elena Bertocchi e Chiara Pellacani non fanno rimpiangere l’assenza dello storico duo Cagnotto-Dallapè e vanno a prendersi l’oro nel trampolino sincro da tre metri: un titolo che lascia l’Italia regina della specialità, dopo gli otto titoli europei consecutivi conquistate dalle due campionesse ora mamme.

La nuova coppia azzurra ha subito lasciato il segno: e la baby Pellacani (15 anni e 11 mesi) ha battuto il record di Tania che aveva vinto la sua prima medaglia europea a 17 anni. «Non mi sembra vero, sono ancora sulla giostra» sorride la tuffatrice romana, che nel duo è quella che dà il via al salto. In tandem funziona così. «Lascio dare il tempo a lei, io la seguo - conferma Elena - Ci siamo allenate stamattina e poi subito in gara, senza pressione. Abbiamo cominciato a crederci col passare dei tuffi e alla fine ce l’abbiamo fatta. Grazie a tutti per il tifo, il sostegno tecnico e morale, l’affetto che ci dimostrate. Siamo strafelici». «Si, eravamo tranquille - prosegue Chiara - e questa è la cosa che mi è piaciuta di più della gara, dopo la vittoria ovviamente». «Brave! Sono partite senza troppa pressione, riuscendo alla fine a metterla alle inglesi - i complimenti di Tania Cagnotto - Una gara ottima. La dimostrazione che quando si lavora bene il risultato prima o poi arriva, anche quando meno te lo aspetti».

E l’ennesima giornata super per le acque azzurre si è completata con la gara più faticosa, l’interminabile 25 km in cui però l’ultima zampata è dell’Italia. Arianna Bridi, quarta nella 5 km e ottava nella 10, si tiene dentro le energie residue per andare a sprintare dopo 5h19'34''6 e una grande rimonta fatta di bracciate e fatica. La mano al traguardo è quella dell’azzurra che ha la meglio sulla campionessa olandese Sharon van Rouwendaal (doppio oro sulle altre distanze). Successo completato dal bronzo tra gli uomini di Matteo Furlan (4h57'55'8).

«E' stata una gara durissima con onde e la muta che è una cosa che proprio non sopporto - le parole della 22enne trentina, neo campionessa europea -. Sono stata brava a mantenere la calma. La parte più difficile è stata quando ci hanno raggiunto i maschi. Abbiamo dovuto cambiare ritmo radicalmente per cercare di restare in gruppo e sfruttare il più possibile la scia, ma soprattutto non rimanere troppo staccate Era importante conquistare una medaglia dopo le gare in settimana dove avevo sbagliato molto e non ci ho creduto abbastanza perché i podi erano alla mia portata».

Si porta a casa il bronzo che arricchisce il curriculum personale e il bottino azzurro a Glasgow, ma fa polemiche sulle condizioni Furlan. «E' davvero difficile gareggiare così perché la muta è troppo limitante. Già a metà gara ho dovuto prendere antidolorifici per le spalle; le braccia non riesci a muoverle con naturalezza. Viene limitato chi è più dotato - continua l'azzurro, vicecampione mondiale della distanza - Resto contrario all’utilizzo obbligatorio della muta. Avrei nuotato senza». L’Italia intanto sorride e il medagliere ringrazia: 8 ori, 12 argenti e 19 bronzi. Uno show.

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