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Rifiuti, l'ordinanza di Musumeci sugli obblighi dei sindaci sospesa dal Tar

L'ordinanza del governo Musumeci che imponeva ai comuni di conferire i rifiuti all'estero se non raggiungevano il 30% di differenziata è stata sospesa dal Tar di Palermo. Il primo round dello scontro tra i sindaci e il governo Musumeci va ai primi cittadini.

Il presidente del Tribunale amministrativo Calogero Ferlisi ha accolto la richiesta di sospensiva dell'ordinanza Musumeci presentata dai sindaci di Palermo e Catania. Secondo l'ordinanza gli accordi andavano firmati entro il 31 luglio pena la decadenza di sindaci e giunte.

I sindaci, e l'Anci in generale, chiedono più tempo per firmare accordi per l'invio fuori regione dell'immondizia e contestano l'obbligo di dover firmare contratti con le quattro società individuate dalla Regione senza gara ma con un semplice avviso: si tratta di una ditta di Bolzano, della D'Angelo di Trapani, della Tech servizi di Floridia e della Sicula trasporti di Lentini.

Per il presidente del Tar, "dal limitato ed interinale accoglimento della misura cautelare (cioè della parziale sospensione dell'ordinanza solo nella parte riguardante la decadenza dei sindaci, ndr) non sembra possa derivare alcun serio inconveniente per l'amministrazione regionale, che anzi potrà fruire di un certo lasso di tempo per sollecitare i comuni interessati ad attuare, in concreto, l'imprescindibile principio di 'leale collaborazione' con la Regione per una definitiva soluzione dell'ultradecennale situazione di emergenza legata allo smaltimento dei rifiuti; nel medesimo lasso i tempo, l'amministrazione regionale ben potrà, tramite i nominandi commissari, disporre tutte le misure ritenute più appropriate per realizzare, in sostituzione dei comuni inadempienti, gli obiettivi perseguiti dall'ordinanza impugnata".

Secondo i giudici, "viceversa, la prevista decadenza degli organi comunali potrebbe, verosimilmente, determinare una gravissima situazione di conflitto istituzionale ed amministrativo tale da pregiudicare, comunque, il raggiungimento di quegli stessi obiettivi ragionevolmente e legittimamente perseguiti dall'ordinanza impugnata".

Questa "sospensione - dice Leoluca Orlando, presidente dell'AnciSicilia e sindaco di Palermo - conferma la necessità, più volte ribadita anche dall'Anci, di un reale cambiamento della politica regionale in tema di rifiuti dopo anni di disattenzione e assenza di impiantistica che hanno generato una situazione di calamità istituzionale".

«Il decreto del Tar di Palermo è il riconoscimento della serietà e legittimità della nostra ordinanza sui rifiuti. Si sospende soltanto la decadenza dei sindaci inadempienti, ma si conferma la bontà di tutta l'ordinanza sorretta, sono parole del magistrato, "da forti e articolate motivazioni"». Lo dice il presidente della Regione, Nello Musumeci.

Secondo il Tar, l’ordinanza regionale «impone doverosamente ai Comuni che non abbiano raggiunto la soglia di raccolta differenziata di almeno il 30 per cento di attivarsi immediatamente entro il 31 luglio 2018» e, di fatto, autorizza l'amministrazione regionale a «disporre tutte le misure ritenute più appropriate per realizzare, in sostituzione dei Comuni inadempienti, gli obiettivi perseguiti con l’ordinanza regionale».

«Nelle prossime ore - afferma Musumeci - il governo della Regione adotterà tutte le misure necessarie, senza escludere la nomina dei commissari, come ci autorizza a fare lo stesso Tar». Aggiunge il governatore: «Confido, tuttavia, nella leale collaborazione dei Comuni e soprattutto dei sindaci delle grandi città capoluogo che da decenni non si occupano, colpevolmente, della raccolta differenziata, in una disarmante alleanza con passati governi regionali omissivi e compiacenti, utilizzati ancora oggi da alcuni amministratori come comodo alibi per eludere i propri obblighi di legge in materia di rifiuti».

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