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Legionella: salgono a 33 le persone contagiate

Salgono a 33 le persone contagiate (i morti sono tre) dall'ondata di legionella che in queste settimane ha colpito Bresso, cittadina alle porte di Milano. Nelle ultime ore sono infatti stati segnalati 6 nuovi casi tra cui quello di una paziente (anche lui come gli altri residente nella cittadina dell'hinterland milanese) che si trova in Calabria e che è quindi stato ricoverato all'ospedale Mater Domini di Catanzaro. A comunicare i nuovi casi di legionella è stato, in una nota, l'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera.

Il sindaco di Bresso Simone Cairo dichiara che la situazione è "sotto controllo" e invita i suoi concittadini a "evitare inutili allarmismi", ma lancia un appello per trovare presto "la causa" dell'epidemia che ormai da una decina di giorni sta allarmando il territorio.

Nel frattempo a Bresso proseguono i rilievi sul campo dei sanitari nella abitazioni dei contagiati e in alcuni luoghi pubblici 'sensibili' per individuare l'origine del contagio, che momento resta ignota. Per domani sono attesi i primi referti ufficiali, anche se il direttore del dipartimento prevenzione dell'Ats di Milano ha già confermato che due campioni d'acqua sono risultati positivi al batterio: uno è stato prelevato nell'abitazione di uno dei malati, l'altro in una fontana pubblica. Per gli inquirenti milanesi - che hanno aperto un'inchiesta al momento senza ipotesi di reato né indagati, coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano - i controlli alla ricerca della fonte dell'infezione, tuttavia, andranno estesi anche in "punti o luoghi di aggregazione" come centri commerciali, banche o uffici postali.

Questo, è stato chiarito, perché le persone contagiate non abitano tutte esattamente nella stessa zona della città. Sempre a Bresso i tecnici del gruppo Cap che gestisce l'acquedotto hanno proceduto in via precauzionale alla sanificazione con il cloro di un pozzo in via Lurani, mentre sul territorio sono stati predisposti dei gazebo informativi e alcuni volontari della protezione civile, muniti di mascherine e tute protettive, hanno iniziato a recarsi nelle case degli anziani non autosufficienti per proporre la pulizia dei filtri dei rubinetti e la sanificazione degli ambienti.

Legionella, boom di casi in Europa, in Italia record contagi - L'Italia è il paese europeo in cui si ha il maggior numero di casi di infezioni da Legionella pneumophila, il batterio che ha ucciso una terza persona in pochi giorni nel milanese. Secondo l'ultima edizione del rapporto annuale del centro Europeo per il Controllo delle malattie (Ecdc) che si riferisce al 2015, nel nostro paese ci sono stati 1535 casi confermati su oltre 7mila, un numero in costante ascesa sia da noi che in tutto il continente. Quattro paesi, Germania, Francia, Italia e Spagna hanno circa il 70% dei casi europei, riporta il documento. Proprio la Francia è seconda 'in classifica' nel 2015 con 1350 casi. Il tasso di mortalità registrato nel continente è dell'8%, e ad essere colpiti sono in prevalenza maschi sopra i 65 anni. Tra il 2011, anno di inizio della sorveglianza, e il 2015 i casi sono in costante ascesa in tutto il continente, segnala l'Ecdc. "Questo trend è probabilmente dovuto a diversi fattori - si legge nel report - fra cui una migliore sorveglianza, l'invecchiamento della popolazione, l'aumento dei viaggi e i cambiamenti climatici. Questi ultimi dovrebbero portare ad un aumento delle forti piogge e a temperature più alte, condizioni meteorologiche associate ad una incidenza più alta sia per effetto diretto nel ciclo di vita del batterio che per l'uso maggiore di potenziali fonti di contagio come i condizionatori con torri di raffreddamento". Per ridurre i potenziali contagi, sottolineano gli esperti dell'Ecdc, servono regolari controlli per la presenza del batterio e misure di riduzione del rischio nei sistemi idraulici nei luoghi dove ci sono turisti, negli ospedali o in posti dove c'è una forte presenza della popolazione a rischio più alto. Il batterio, sottolinea il sito dell'Oms, colpisce infatti soprattutto i maschi oltre i 50 anni, e altri fattori di rischio sono fumo, alcolismo, malattie polmonari preesistenti, compromissione del sistema immunitario e patologie croniche respiratorie o renali.

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