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Faltoni (Ford Italia): bloccare diesel euro 6 non ha senso

ROMA - "La qualità dell'aria non migliora con il blocco della circolazione dei diesel euro6. Sarebbe molto più efficace svecchiare il parco auto circolante prevedendo degli incentivi". Lo ha affermato il presidente di Ford Italia, Fabrizio Faltoni, secondo cui a valle della problematica emersa con il Dieselgate, si è sviluppato un sentimento fortemente negativo nei confronti di questo tipo di motorizzazione. "Tale sentimento è stato ed è utilizzato - ha detto - da alcune amministrazioni locali che demagogicamente cercano consenso generando le preoccupazioni dei cittadini".

A fronte di un parco auto circolante italiano che è pari a 37 milioni di veicoli un terzo di questi, circa 13 milioni, risponde a normative ante Euro 4 e ci sono 8 milioni di auto che hanno più di 18 anni. Secondo Faltoni, quindi, dal punto di vista ambientale sarebbe molto più efficace pensare a come sostenere lo svecchiamento del parco auto da euro 1 ad euro 3 che rappresenta circa il 38% del totale circolante.

"Creare un sentimento così negativo nei confronti delle motorizzazioni Diesel, specialmente quelle di ultima generazione - ha spiegato - porta alla conseguenza che i consumatori, spaventati dai continui annunci di blocchi stradali per le motorizzazioni diesel specialmente in grandi città come Roma, sono indotti a non acquistare questo genere di vetture, o a disfarsi della propria". Le vetture alimentate a benzina, anche se hanno un costo mediamente inferiore al momento dell'acquisto - ha sottolineato Faltoni - "hanno anche mediamente un'efficienza minore che porta a dei consumi più alti, in media del 20%. Questo, tenuto conto del maggior costo della benzina rispetto al gasolio e ricordando che un italiano in media fa 13.000 km l'anno in macchina, porta ad un aggravio di costo di 450/500 euro l'anno per automobilista. Questo aggravio moltiplicato per il tempo medio di possesso di una vettura ad oggi nell'ordine dei 7/8 anni, porta ad un totale aumento di costi tra i 3000 e i 5000 euro". Faltoni, inoltre, ha spiegato che il terrore creato intorno all'inutilizzabilità delle vetture diesel euro6, come avvenuto in città come Roma dove ci sono stati numerosi blocchi durante lo scorso inverno, sta portando ad una inevitabile forte svalutazione di queste vetture. A questo si aggiunge il grande problema che si viene a creare per tutta la filiera automobilistica: dalla produzione alla distribuzione, dall'assistenza alla componentistica che nel 2017 ha rappresentato oltre il 10% del PIL.

"La Ford, come del resto tutte le case automobilistiche - ha sottolineato - da sempre investe molti milioni, ogni anno, per sviluppare tecnologie e motori che migliorino le prestazioni e l'efficienza delle vetture riducendone l'impatto ambientale.

Questi investimenti sono stati rivolti, oltre che verso motorizzazioni alternative, anche verso un continuo sviluppo delle motorizzazioni tradizionali ed in particolare del diesel con il risultato che gli attuali motori diesel euro 6 continuano ad avere emissioni di CO2 inferiori ai motori benzina ed hanno raggiunto livelli di emissioni di NOx molto bassi e in linea con quelle dei motori benzina".

Uno studio ACEA dimostra, infatti, come nel settore dei trasporti stradali, negli ultimi 20 anni, siano stati fatti progressi decisamente rilevanti sia in termini di emissioni di CO2 che di emissioni di NOx e PM. Con riferimento a questi ultimi, i motori di ultima generazione (dagli Euro 5 in poi) sia benzina sia diesel sono stati in grado di ridurne le emissioni addirittura del 96% rispetto a vent'anni fa. "La problematica dell'inquinamento ambientale è stata ed è troppo spesso affrontata con superficialità facendo focus su quelli che definirei i 'bersagli facili' (gli autoveicoli) anzichè sul quadro d'insieme. Come confermato infatti dai dati della European Environment Agency, solo il 13% delle emissioni di CO2 sono imputabili ai veicoli. E' del tutto evidente - ha concluso - come il problema risieda anche altrove ma poco se ne parla".

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