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In Argentina il 'made in Italy' fa status, spazi di crescita

(ANSA) - BUENOS AIRES - Al di là degli scossoni economici delle ultime settimane, l'Argentina rimane un mercato con nicchie consistenti e prestigiose per il settore del 'food' italiano, oltre a rappresentare un paese pieno di potenzialità sul fronte agroindustriale: ne è convinta Anna Lanzani, manager italiana che qualche giorno fa è stata scelta dalla rivista 'Women to watch' tra le 15 dirigenti aziendali più importanti del 2017 nel paese sudamericano.

Con una lunga carriera alle spalle in diverse imprese, tra le quali Barilla, ed esperienze in Europa e Asia, Lanzani - 40 anni, di Crema, laureata presso l'Universita' di Pavia e con studi all'INSEAD e alla London Kingston University- vive e lavora a Buenos Aires dal 2012. "Fino a pochi giorni fa sono stata alla guida dell'area marketing strategico di Molinos Rio de la Plata'', uno dei principali gruppi agroalimentari dell'America Latina, racconta all'ANSA, sottolineando gli spazi sui quali l'industria italiana del settore può puntare a Buenos Aires.

"Sono da sempre affascinata dal comportamento dei consumatori di altre latitudini", sottolinea Lanzani, precisando che in megalopoli quali Buenos Aires, New Delhi, Johannesburg o Shangai, nell'agroalimentare, ma anche in altri comparti, bisogna mettere da parte il marketing 'all' Europea' e sforzarsi di capire le motivazioni dei consumatori del paese, su molti fronti agli antipodi da quanto conosciamo nell'U". In Argentina, i consumatori continuano per esempio a dare grande peso al prestigio dei marchi aziendali, a differenza di quanto avviene in Europa, fatto che a sua volta, precisa, ha un impatto fondamentale sul fronte della comunicazione e dei valori di fondo delle aziende del settore".

E per il 'made in Italy' quali possono quindi essere gli aspetti più interessanti di un mercato quale quello argentino o sudamericano?: "Premesso che in questa regione ogni paese, non solo il 'colosso' Brasile, è un mondo a sé, è chiaro che il prestigio e la qualità dei prodotti italiani rappresentano un fattore di attrazione per i consumatori locali: credo che dare status anche a tavola rappresenti una caratteristica unica dei nostri prodotti e che il 'made in Italy' rimanga quindi un valore insostituibile e unico". (ANSA)

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