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Lavoro, l'Ars si prepara a riaprire i concorsi: incarichi anche da 170 mila euro annui

L’Ars si prepara a riaprire i concorsi. Il presidente Gianfranco Miccichè ha annunciato per settembre un bando per assegnare dieci posti ad altrettanti laureati.

Miccichè ha dato l’annuncio a margine della cerimonia di consegna dei titoli di dottorato di ricerca dell'Università di Palermo, che si è svolta nel pomeriggio di ieri nel cortile Maqueda di Palazzo dei Normanni.

Miccichè ha ricordato che l’ultimo concorso è stato bandito circa dieci anni fa proprio durante la sua prcedente esperienza al vertice dell’Ars. Ed era destinato a destinato a laureati in Giurisprudenza, Economia e Scienze politiche. Miccichè, infine, ha lanciato un appello al rettore Fabrizio Micari e ai professori presenti alla cerimonia «affinchè l’Ateneo formi studenti preparati e motivati».

Il presidente dell’Ars non ha aggiunto nulla sul bando. È noto però che la procedura rientra nella riscrittura della pianta organica dell’Assemblea regionale.

La riscrittura prevede in realtà una diminuzione dei posti. Tuttavia negli ultimi anni - soprattutto dopo l’introduzione di tagli alle retribuzioni dei dirigenti di grado più elevato - molti alti funzionari hanno scelto la via della pensione anticipata. E così è già stato calcolato che anche al termine della riduzione della pianta organica - dovuta alla diminuzione dei deputati da 90 a 70 - risulteranno dieci posti vacanti. E sono proprio questi che verranno assegnati con un concorso.

Miccichè, fin dal suo insediamento, ha prospettato la necessità di rafforzare gli organici perchè - ha detto a più riprese - i prepensionamenti hanno sguarnito gli uffici dell’Ars. Mancano - secondo il presidente dell’Ars - esperti nella valutazione preventiva delle leggi da approvare.

Da qui l’esigenza di un concorso che assicurerà incarichi molto appetibili anche dal punto di vista delle retribuzioni visto che quella di ingresso per i ruoli amministrativi vale almeno 170 mila euro annui.

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