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Migranti, stretta sul diritto di asilo: circolare di Salvini ai prefetti

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini

Giro di vite sull'asilo. Con una circolare inviata a prefetti e presidenti delle Commissioni per il riconoscimento della protezione internazionale, il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, chiede una velocizzazione nell'esame delle istanze.

L'obiettivo è una stretta sulla concessione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, il beneficio più concesso (quest'anno salito a quota 28%) e per il quale si invitano le commissioni alla "necessaria rigorosità dell'esame delle vulnerabilità degne di tutela".

Nella circolare il ministro evidenzia che sono attualmente in trattazione circa 136mila richieste di protezione internazionale: "Un numero significativo e con andamento crescente se si considera che lo scorso anno sono state presentate oltre 130mila istanze d'asilo, di gran lunga superiori ai 119mila migranti sbarcati sulle nostre coste". Numeri che impongono "un'attenta azione riorganizzativa".
Il documento affronta prima la necessità di ridurre i tempi di esame delle domande, ai quali "è strettamente collegata la durata della permanenza nei centri d'accoglienza". I lunghi tempi di attesa nelle strutture, infatti, "comportano rilevanti oneri a carico dello Stato". Serve dunque che i 50 collegi che esaminano le istanze "operino a ritmo continuativo ( 5 giorni a settimana)".
Salvini rileva poi che l'esito delle domande nell'ultimo quinquennio si conclude solo nel 7% dei casi con il riconoscimento dello status di rifugiato; al 15% è stata concessa la protezione sussidiaria, mentre il permesso di soggiorno per motivi umanitari è al 25% (salito al 28% quest'anno). Si tratta di un istituto introdotto nell'ordinamento nazionale nel 1998 e che prevede la concessione del beneficio quando ricorrono "seri motivi" di carattere umanitario nei casi in cui non sussistono i requisiti per il riconoscimento della protezione internazionale.

Questa norma, evidenzia il ministro, ha "di fatto legittimato la presenza sul territorio nazionale di richiedenti asilo non aventi i presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale il cui numero, nel tempo, si è sempre più ampliato". Ne hanno beneficiato persone in situazioni collegate "allo stato di salute, alla maternità, alla minore età, al tragico vissuto personale, alla permanenza prolungata in Libia, per arrivare anche ad essere uno strumento premiale di integrazione".
E la tutela umanitaria, concessa inizialmente per due anni, viene generalmente ampliata in maniera automatica. Una prassi che ha comportato la concessione del titolo di soggiorno "ad un gran numero di persone", che "ora permangono sul territorio nazionale con difficoltà di inserimento". Su questo Salvini invita ad esaminare con rigore i "seri motivi" che danno diritto al permesso di soggiorno umanitario, che non possono essere "una mera constatazione di criticità". Il ministro confida quindi "nella massima attenzione" delle commissione "a salvaguardia degli interessi primari della collettività oltre che dei diritti dei richiedenti".

Intanto, Salvini, commenta, a margine di una conferenza stampa al Viminale, l'appello firmato da un gruppo di artisti sulla rivista 'Rolling Stone', che in copertina ha titolato: 'Noi non stiamo con Salvini'. "Sono strani questi attacchi ad personam: questi multimilionari - perchè gli appelli non arrivano da pensionati, da chi vive nelle case popolari - radical chic con milioni di euro spalancassero le porte delle loro megaville ed accogliessero a loro spese chi ritengano di accogliere. Io tiro dritto nel nome della sicurezza, dell'ordine, delle regole e della chiusura dei porti".

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