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Vino: Gaja, utile pensare artigiano e imprese controcorrente

(ANSA) - ROMA, 2 LUG - Per il successo del vino italiano nel mondo è utile ''pensare artigiano'', il coraggio dei piccoli produttori capaci di scelte controcorrente, ma anche ''masticare di più il lusso''. A dirlo, durante l'11/o Forum internazionale della cultura del vino promosso dalla Luiss e Fondazione Italiana Sommelier, un produttore simbolo del made in Italy, il piemontese Angelo Gaja. ''Mio padre - ha spiegato Gaja - mi diceva: chi sa bere vino, la bevanda che più crea familiarità e celebra gli incontri, sa vivere. E produrre vino - ha sottolineato - richiede capacità di confrontarsi e capire il senso del tempo. Servono dieci mesi di speranze, passione, emergenza per arrivare ogni anno alla vendemmia. E dopo la raccolta delle uve, l'affinamento in cantina dei rossi richiede almeno altri quattro anni per raggiungere la maturazione. Dando valore al tempo, il vino fa esprimere il produttore, ma andrebbero tutelati i produttori del pensare artigiano, che non necessariamente solo le Pmi. Piccolo è utile per l'innovazione, le aziende artigianali hanno spesso il coraggio di non produrre per il mercato: se va male possono fallire, ma se va bene sono apripista, e il beneficio è per tutti. Il nostro mondo del vino ha bisogno del pensare diverso, delle imprese con tutti contro. Lo dimostra l'esperienza innovativa di Ferruccio Biondi Santi a cui devono oggi dire grazie le 280 aziende vinicole di Montalcino. Un'esperienza di impresa, non a caso ora in mano ai francesi, che insegna a tutti noi italiani, e toscani in particolare, a 'masticare di più il lusso'. A noi il lusso talvolta disturba, i francesi dimostrano invece che c'è una clientela che ricerca i prodotti esclusivi. E il made in Italy di qualità deve essere anche su quella fascia di mercato''.(ANSA).

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