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Trovate le cellule frena-grasso

Scoperte le cellule frena-grasso: sono state chiamate Aregs (Adipogenesis-Regulatory Cells) e si trovano nel tessuto adiposo. Le descrive sulla rivista Nature il gruppo guidato da Gianni Soldati, della Fondazione svizzera sulle cellule staminali, insieme a Bart Deplancke, del Politecnico di Losanna, e Christian Wolfrum, del Politecnico di Zurigo.

Finora è risultato sempre difficile per i ricercatori avere un'idea chiara dell'identità e delle proprietà delle cellule del grasso, e questo perchè, oltre agli adipociti e quelle del sangue, nei tessuti adiposi ci sono anche molte cellule staminali mesenchimali, difficili da distinguere con le tecniche tradizionali.

"La novità del nostro studio è che, grazie ad una tecnica innovativa ad alta risoluzione, abbiamo potuto analizzare nei topi una larga popolazione di cellule osservando, una cellula per volta, la loro espressione genetica", spiega all'ANSA Soldati. Unendo questi dati, i ricercatori sono riusciti a individuare diverse popolazioni di cellule, l'una diversa dall'altra, ottenendo così il primo ritratto dettagliato delle cellule del tessuto adiposo. Tra queste hanno trovato le cellule Aregs, "capaci di frenare la generazione di nuovo tessuto adiposo. Nello stesso tessuto adiposo - continua - c'è dunque un 'freno' che ne blocca la formazione. E queste cellule ci sono sia nei topi che nell'uomo". Le implicazioni di questa scoperta possono essere importanti per il controllo dell'obesità e del diabete.

"In futuro ad esempio - prosegue Soldati - da un semplice prelievo di tessuto adiposo, si potrebbe quantificare la predisposizione all'obesità di una persona in base alla presenza più o meno numerosa di queste cellule". Controllare la formazione delle cellule grasse "è importante non solo per migliorare la salute del metabolismo - aggiunge Deplancke - ma per rallentare l'invecchiamento, visto che queste cellule si accumulano in diversi tessuti, come quelli muscolari e del midollo osseo, influendo in modo negativo sulle loro funzioni".

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