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Decreto legge Dignità, il M5s non arretra su giochi e delocalizzazioni

Il vice premier e ministro Luigi Di Maio

Le crisi aziendali, in particolare quelle causate dalla scelta di spostare le attività all’estero, e la lotta al precariato. Ma anche quella contro l’azzardopatia. Il Movimento 5 Stelle non vuole cedere alle pressioni di imprese, operatori (e in parte anche dell’alleato leghista) e punta a inserire tutte le norme nel decreto dignità, ancora oggetto delle ultime limature prima di arrivare, probabilmente già domani sera, in Consiglio dei ministri. Intanto Luigi Di Maio, nel suo ruolo di ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, in una settimana che si preannuncia bollente tratterà gli stessi temi in una girandola di incontri, dai rider a una serie di vertenze come quelle di Italiaonline e Beckaert.

Già domani il leader M5s, dopo aver incontrato l’imprenditore anti-ndrangheta Nino De Masi, sarà prima al tavolo per Italiaonline, con i sindacati di categoria, e subito dopo al tavolo sui ciclofattorini, dove per la prima volta incontrerà anche i leader sindacali e i rappresentanti di Confindustria e Pmi, invitati insieme alle aziende del food delivery. Obiettivo annunciato da Di Maio quello di arrivare al «primo contratto nazionale» per i lavoratori della gig economy, con un pacchetto di norme pronte da re-inserire nel decreto se il tavolo dovesse fallire. Alcune delle big tra le piattaforme di consegna dei pasti a domicilio, guidate da Foodora, si presentano con una 'carta dei valorì sulle tutele per i lavoratori on demand (copertura Inps-Inail, paga oraria), per difendere l’opportunità (conquistata dopo i primi incontri al ministero) di autoregolamentarsi e non subire regole imposte dall’esterno.

Nei prossimi giorni il ministro sarà anche al tavolo Invatec (il 12 luglio) e a quello sulla Beckaert, in agenda il 5 luglio. Una vicenda «delicatissima», quella della multinazionale belga che ha deciso di chiudere lo stabilimento di Figline e Incisa Valdarno per delocalizzare in Romania, sulla quale, ha assicurato Di Maio insieme al governatore della Toscana Enrico Rossi, c'è la «massima attenzione». E al tavolo di giovedì i due chiedono che partecipi, così come auspicato anche dall’ex ministro Carlo Calenda, anche Pirelli, che ha ceduto la fabbrica tre anni fa e che ha con la Bekaert un contratto di fornitura fino al 2020. Dell’azienda Di Maio vuole parlare anche con il commissario Ue alla concorrenza Margrethe Vestager, «per capire quali siano le azioni concrete» che Bruxelles porterà avanti "per risolvere l’annoso problema delle delocalizzazioni selvagge e dei paradisi fiscali a norma di legge» ancora presenti in Ue.

Intanto l’Italia proporrà già nel decreto dignità una stretta per evitare il moltiplicarsi di imprese che, dopo aver ricevuto aiuti dallo Stato, decidono di spostarsi all’estero. L'intenzione, insomma, rimane quella di andare avanti con le multe salatissime (da 2 a 4 volte gli incentivi ricevuti) a chi delocalizza anche nei Paesi europei, non solo in Paesi extra-Ue. Stessa determinazione che ci sarebbe anche sul fronte dei giochi, altro capitolo del decreto, nonostante le proteste degli operatori e la prudenza del Tesoro, vista la necessità di coperture che si aggirerebbero, secondo alcune stime, sui 700 milioni in tre anni. Proprio il nodo risorse potrebbe imporre una riflessione anche sul pacchetto fiscale che potrebbe essere rinviato, in parte o in toto, al dibattito parlamentare per consentire di perfezionare le coperture.

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