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Controllo delle frontiere e rimpatri per gli irregolari: cosa prevede l'accordo Ue sui migranti

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi durante il vertice Ue

Sono 12 i punti del documento adottato dai capi di Stato e di governo dell’Ue sui migranti. La questione, si sottolinea, è «una sfida, non solo per il singolo Stato membro, ma per l’Europa tutta» e il «buon funzionamento della politica dell’Unione presuppone un approccio globale che combini un controllo più efficace delle frontiere esterne, il rafforzamento dell’azione esterna e la dimensione interna».

MEDITERRANEO CENTRALE

Su questa rotta, recita il testo, dovrebbero essere maggiormente intensificati gli sforzi per porre fine alle attività dei trafficanti dalla Libia o da altri Paesi. L’Ue «resterà al fianco dell’Italia e degli altri Stati membri in prima linea a tale riguardo». Previsto inoltre un maggiore sostegno a favore della regione del Sahel, della guardia costiera libica, delle comunità costiere e meridionali.

PIATTAFORME

Occorre un nuovo approccio allo sbarco di chi viene salvato in operazioni di ricerca e soccorso, basato su azioni condivise o complementari tra gli Stati membri. Consiglio e Commissione devono esaminare rapidamente il concetto di piattaforme di sbarco regionali, in stretta cooperazione con i Paesi terzi interessati e con l’Unhcr e l’Oim. Tali piattaforme dovrebbero agire operando distinzioni tra i singoli casi, nel pieno rispetto del diritto internazionale. Nel territorio dell’Ue coloro che vengono salvati dovrebbero essere presi in carico sulla base di uno sforzo condiviso e trasferiti in centri sorvegliati istituiti negli Stati membri, unicamente su base volontaria. L’obiettivo è distinguere i migranti irregolari, che saranno rimpatriati, dalle persone bisognose di protezione internazionale. Tutte le misure nel contesto di questi centri sorvegliati, ricollocazione e reinsediamento compresi, saranno attuate «su base volontaria», lasciando impregiudicata la riforma di Dublino.

PARTENARIATO CON L’AFRICA

Per affrontare alla radice il problema della migrazione è necessario un partenariato con l'Africa volto a una trasformazione socioeconomica sostanziale del continente africano. Sancito il trasferimento al Fondo fiduciario dell’Ue per l’Africa di 500 milioni di euro dal fondo europeo di sviluppo.

FRONTIERE ESTERNE

Gli Stati membri devono assicurare il controllo efficace delle frontiere esterne dell’Ue con il sostegno finanziario e materiale dell’Unione. Necessario anche intensificare il rimpatrio dei migranti irregolari. Riguardo a entrambi gli aspetti, il ruolo di sostegno svolto da Frontex dovrebbe essere ulteriormente potenziato.

MOVIMENTI SECONDARI

Per quanto concerne la situazione all’interno dell’Ue, questi movimenti rischiano di compromettere l'integrità del sistema europeo comune di asilo e di Schengen. Gli Stati membri dovrebbero adottare tutte le misure legislative e amministrative interne necessarie per contrastarli.

SISTEMA DI ASILO

È necessario trovare un consenso sul regolamento Dublino per riformarlo sulla base di un equilibrio tra responsabilità e solidarietà.

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