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Ballottaggi, il centrodestra alla prova delle comunali

I due vice premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini

Il risultato dei ballottaggi rappresenta un doppio snodo per Matteo Salvini. Da un lato il leader della Lega ha la possibilità di riaffermare ancora una volta il primato del suo partito negli equilibri di governo confermandosi come il perno dell'esecutivo a discapito di Luigi Di Maio.

Dall'altro, l'eventuale successo elettorale del Carroccio consentirebbe al ministro dell'Interno di poter scippare la leadership nella coalizione di centrodestra. Se è vero infatti che al Sud Forza Italia tiene, a livello nazionale il divario con la Lega è evidente.

Un sorpasso ormai nei fatti quello di Salvini rispetto agli alleati di centrodestra aiutato forse anche dalla visibilità acquisita stando al governo. E' pur vero che il leader della Lega a differenza di Berlusconi non si risparmia in interviste, presenza sui social e campagna elettorale che fino all'ultimo lo ha portato in giro per l'Italia.

Ed anche oggi, nel giorno del silenzio elettorale, il vice premier non manca di dire la 'sua' sul tema caldo del momento: i migranti. E in vista del raduno di Pontida, lancia ufficialmente l'invito via twitter alla manifestazione leghista che quest'anno ha un sapore diverso dal solito. Si tratta infatti del primo appuntamento con la Lega di nuovo al governo e con il suo leader nella duplice veste di vicepremier e ministro dell'Interno.

E forse è proprio il super attivismo della Lega ed il rischio di "fughe" di parlamentari azzurri verso il Carroccio a preoccupare il Governatore della Liguria Giovanni Toti. Il consigliere politico di Berlusconi, da sempre uomo chiave nei rapporti con Salvini, in un'intervista a "La Stampa" torna a chiedere una "profonda ristrutturazione di Forza Italia".

"Pensare - spiega - che possa essere rilanciata cambiando il simbolo e qualche faccia sarebbe come ridipingere un palazzo che ha i muri portanti lesionati". Per il numero uno della Liguria se "non arriveranno delle risposte ci sarà il fuggi fuggi" dal partito. Una presa di posizione che scatena i malumori del vertice azzurro.

Il Cav preferisce non replicare dedicandosi alla ristrutturazione di FI che nelle sue intenzioni dovrebbe essere annunciata entro le prossime settimane. Tra gli interventi in cantiere: oltre al rinnovato ufficio di presidenza, Berlusconi vorrebbe dar vita a un comitato esecutivo, nominare un coordinatore nazionale (i nomi che circolano sono quelli di Adriano Galliani e Mara Carfagna) ed un vice presidente, ruolo per cui è sempre in pole Antonio Tajani.

A controbattere alle parole dei Toti ci pensa Mariastella Gelmini che torna a bocciare l'idea del partito unico ("non è nel nostro dna") dicendosi convinta che "sarà proprio Silvio Berlusconi, conclusa la tornata elettorale, a dare un nuovo impulso al centrodestra e a favorire un profondo rinnovamento ed un confronto costruttivo dentro FI".

La vice presidente della Camera Mara Carfagna, invece, si dice d'accordo con Toti sul fatto che il partito abbia bisogno di essere "rilanciato e ripensato", ma "porre questo tema attraverso interviste, addirittura a urne aperte, mentre il popolo di centrodestra e di FI si appresta a riconfermarci la fiducia mi sembra un'operazione miope".

Pronta la replica del Governatore: "Cara Mara, se hai letto l'intervista avrai compreso che quello che chiedo è proprio il rilancio di FI. Nessun peccato originale, non guarderò mai il passato, ma sono certo che concorderai che il cammino per il futuro non può che partire dalla verità: basta versioni di comodo, basta gruppi e gruppetti ristretti, basta slogan e formule vuote"

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