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Allo studio nuove 'Sentinelle' per i poli

L'Europa aprirà nuovi 'occhi' nello spazio per monitorare i Poli terrestri e le emissioni di anidride carbonica prodotte dall'attività umana. Sono queste le due sfide principali che si profilano all'orizzonte per Copernicus, il più grande programma di osservazione satellitare della Terra gestito dalla Commissione europea in collaborazione con l'Agenzia spaziale europea (Esa). A descrivere gli scenari futuri sono gli esperti riuniti a Baveno per celebrare i 20 anni del Manifesto che ha portato alla nascita di Copernicus.

"Per la prossima evoluzione del programma, che chiamo Copernicus 2.0, abbiamo un pacchetto di satelliti che continueranno le osservazioni attuali, ed un altro pacchetto di Sentinelle ancora in fase di studio che monitoreranno nuovi parametri, come le emissioni di CO2 e i fattori ambientali che generano i flussi migratori", spiega Josef Aschbacher, direttore dei programmi di osservazione della Terra dell'Esa. Un'altra missione cruciale, "dal punto di vista climatico ma anche geopolitico ed economico", sarà quella del monitoraggio di poli terrestri.

Questi sono "due punti ciechi per i satelliti attuali", aggiunge Philippe Brunet, direttore della politica spaziale della Commissione europea. "Trovare le giuste orbite per coprire Artico e Antartide sarà una sfida, cosi come realizzare gli strumenti per distinguere la CO2 prodotta dall'uomo da quella prodotta dalla natura. Potranno esserci delle difficoltà dal punto di vista tecnico e tecnologico, per cui non possiamo prevedere l'esatta tempistica di questa evoluzione. Di certo - conclude Brunet - dobbiamo iniziare a lavorarci fin da subito, perché ancora dobbiamo finire la ricerca, fare le calibrazioni e creare il segmento a terra che raccoglierà i dati. Il nostro obiettivo è il 2027". 

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