Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Diabetici esclusi da gita e discoteca, i medici si schierano contro la paura

   Prima allontanata dalle lezioni per una decina di giorni per via di un certificato medico nel quale veniva chiesto alla scuola, un liceo artistico milanese, di dotarsi di un farmaco utilizzato per le crisi ipoglicemiche.
    Poi, al rientro, la notizia che non avrebbe potuto prender parte alla gita scolastica di fine anno, perché nessuno voleva prendersi la responsabilità di gestire un'eventuale emergenza.
    E' una storia di scarsa conoscenza e paura quella accaduta a Shaymaa, una diciottenne con diabete di tipo 1, nata in Italia da mamma irachena e papà egiziano. "Le persone con diabete non possono e non devono essere discriminate in virtù della loro condizione. La società civile si deve prodigare per rimuovere gli ostacoli", afferma Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia (SID).
    L'episodio accaduto di recente alla giovane fa il paio con quello verificatasi, sempre a Milano a novembre scorso, quando un'altra ragazza, anche lei con diabete di tipo 1, è stata lasciata fuori da una discoteca perché 'colpevole' di avere in tasca il suo personale 'kit' per le emergenze, ovvero bustine di zucchero e succo di frutta per gestire i cali di zucchero. Due storie di discriminazione che si sarebbero potute evitare se ci fosse stata più informazione sulle 'regole' da seguire nell'evenienza di un abbassamento repentino dei livelli degli zuccheri nel sangue, ovvero le crisi ipoglicemiche. "Non serve essere un medico - spiega Purrello - per gestire una crisi ipoglicemica, almeno al suo esordio. Imparare a riconoscerne i sintomi, a misurare la glicemia, a somministrare il giusto 'antidoto' (come una bevanda zuccherata o l'iniezione di glucagone nei casi più impegnativi) è qualcosa alla portata di tutti. E conoscere le 'istruzioni per l'uso' aiuterebbe a risparmiare queste tristi storie di ordinaria discriminazione, dovute non alla cattiveria di qualcuno, ma alla mancata conoscenza di molti". La Società Italiana di Diabetologia, conclude, "si è più volte offerta di colmare questo gap, facendo informazione sull'argomento agli insegnanti, agli studi, al personale non insegnante". 
   

Caricamento commenti

Commenta la notizia