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Prime nozze gay a corte, un cugino della regina Elisabetta si risposa col compagno

Il 19 maggio sono andate in scena in Gran Bretagna le prime nozze reali interrazziali dell’era moderna. Entro fine estate sarà la volta di un primo matrimonio gay quasi reale.

Cade un altro tabù dentro o attorno alla dinastia dei Windsor: dopo la 'favola moderna' del principe Harry e dell’attrice afroamericana Meghan Markle, questa volta a proporsi alle cronache è lord Ivar Mountbatten, 57enne cugino di terzo grado della regina Elisabetta, che si appresta a impalmare il compagno James Coyle, assistente di volo di un anno più anziano di lui. Un evento del tutto inedito nelle vicende di palazzo, perlomeno in quelle pubbliche.

Lord Moutbatten non è, a rigore, un membro della Royal Family. Fa parte tuttavia della 'famiglia allargata' di Sua Maestà e a Buckingham Palace è stato senz'altro di casa. Già due anni fa era stato il primo personaggio con legami di sangue a corte a fare apertamente coming out, rivendicando a mezzo stampa la sua omosessualità.

Aristocratico della più bell'acqua, aveva scelto un tabloid nazionalpopolare come il Mail per venire allo scoperto. E attraverso la medesima testata arriva ora la notizia delle imminenti nozze con James, annunciate niente meno che dalla consorte divorziata, lady Penelope Thompson, madre delle sue tre figlie: Ella, 22 anni, Alix, 20, e Luli, 15. Gli ospiti sono al momento top secret. Ma si sa che sarà proprio l'amichevole ex moglie ad accompagnare lord Ivar all’altare: «E' stata un’idea delle ragazze», ha rivelato lei stessa al giornale. «Mi sento emozionata e commossa», ha aggiunto.
Figlio cadetto di David Michael Mountbatten (terzo marchese di Milford Haven e testimone di nozze di Filippo ed Elisabetta), il protagonista di questa storia è stato sposato fino al 2011 con lady Penny, la quale - nel racconto di lui - lo aveva accettato sebbene consapevole della sua bisessualità. Salvo concedere il divorzio quando Mountbatten, dopo aver conosciuto Coyle sulle piste da sci di Verbier, in Svizzera, non le aveva svelato di sentirsi ormai esclusivamente omosessuale.
Ci sarebbero voluti altri 5 anni per rendere la faccenda di dominio pubblico. Un gesto «di coraggio» secondo il Mail, per quanto non più soggetto allo scandalo di un tempo nel Regno, tanto meno nel mondo dorato e protetto del suo casato. Gesto che adesso si suggella nel matrimonio, non senza richiamare l’ovvia attenzione mediatica. Inevitabile dati i legami e le ascendenze di Ivar: imparentato alla larga con Elisabetta II, ma da vicino con il principe consorte Filippo. Nonché discendente diretto della regina Vittoria, di Caterina la Grande di Russia e, più di recente, di quel Louis Mountbatten che fu viceré dell’India, Primo Lord del Mare, oltre che istitutore e mentore dell’attuale erede al trono Carlo, prima d’essere ucciso in un attentato dell’Ira nel 1979. E come se non bastasse padrino di battesimo d’un figlio del principe Edoardo, quartogenito di Sua Maestà.
Un pedigree che in altre epoche sarebbe stato motivo di grave imbarazzo, ma oggi sembra in effetti facilitare persino le cose a lord Ivar, che dopo la confessione del 2016 fa aveva sottolineato di sentirsi «molto meglio» senza segreti. Seppure non ancora a suo agio «al 100% con la realtà di essere gay».
Allora d’ipotetiche nozze si era parlato solo come di una possibilità. Ora anche l’ultima riserva viene rimossa.

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