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Migranti, la rabbia delle ong: "Vogliono farci sparire"

«Vogliono farci sparire». Il messaggio che arriva dal mondo delle ong dopo l’offensiva del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è unanime. L’Italia è ormai terra inospitale per le navi umanitarie rimaste nel Mediterraneo che potrebbero essere spinte ad abbandonare l’attività come già fatto da altre negli ultimi mesi.

«Quello che sta succedendo oggi - osserva Giorgia Linardi, portavoce di SeaWatch - è il tentativo di cancellare la presenza di occhi liberi e indipendenti che raccontino quello che succede in mare». Proprio la ong tedesca con la sua Sea Watch 3, martedì scorso ha rinunciato a prendere a bordo 42 migranti soccorsi dalla nave militare americana Trenton perchè da Roma non è arrivata l’autorizzazione a portarli in Italia. La nave ora ha lasciato la zona di soccorso e si trova a Malta.

«La questione della responsabilità condivisa - secondo Linardi - non si risolve chiudendo i porti e mettendo pressione perché l’Ue apra i propri di porti. Bisogna soccorrere chiunque venga trovato in difficoltà in mare, che venga dall’Africa o che sia il ministro Salvini».  Per Riccardo Gatti, capo missione della spagnola Proactiva Open Arms, «questa criminalizzazione, l’attacco alle ong e le azioni volte a farci sparire sono andate crescendo: eravamo 12 ora siamo rimaste in 4» ed «anche la magistratura ci ha attaccato. C'è qualcosa di orchestrato in tutto questo vogliono portare alla scomparsa delle ong» e - ha concluso - questo è "uno scenario che ci fa paura: non è solo l’attacco a noi in mare, ma anche agli italiani, perché si sta mentendo e si stanno mettendo in atto azioni repressive».

Da parte sua, la presidente di Msf Italia, Claudia Lodesani, sottolinea che «le navi delle organizzazioni non governative sono scese in mare quando è finita la missione Mare Nostrum, con il Mediterraneo che si era trasformato in una tomba per oltre 1.200 persone in una settimana. Siamo lì perché non c'è l'Europa». E la distinzione tra i soccorsi delle ong e della Guardia Costiera «è una falsa contrapposizione», perché «le navi delle ong effettuano i soccorsi sempre in coordinamento con la Guardia Costiera. Ed infatti a bordo dell’Aquarius c'erano 400 persone precedentemente soccorse dalla Guardia Costiera italiana».

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