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Migranti, Salvini: da Minniti buon lavoro, non arrivo con la clava. Montenegro: la soluzione non è "mettiamoli fuori"

Salvini in visita all'hotspot di Pozzallo

L'ex ministro dell'Interno, Marco Minniti, "ha fatto un discreto lavoro, non smonteremo nulla di ciò che di positivo è stato realizzato, lavorerò per rendere ancora più efficaci le politiche di controllo, di allontanamento, di espulsione". Parola di Matteo Salvini, che al Viminale succede proprio a Minniti e che così risponde alle critiche di queste ore dopo la sua visita di ieri a Pozzallo.

"Sarebbe sciocco non riconoscere" se è stato fatto "qualcosa di utile e intelligente anche se indossava una diversa maglietta", aggiunge. Quanto al al vertice dei ministri dell'Interno europei sull' immigrazione convocato domani a Lussemburgo, Salvini - che domani sarà in Parlamento per il voto di fiducia - ribadisce che "invieremo una nostra delegazione per dire no: il documento in discussione penalizzerebbe ulteriormente l'Italia".

"Non arrivo al ministero dell'Interno - ha aggiunto Salvini - con la clava a cambiare a tutto. Arrivo in punta di piedi per studiare, per ascoltare, per capire. Sull'immigrazione c'è tanto da fare: ci sono accordi di riammissione con alcuni Paesi, con altri non ce ne sono, alcuni invece non li rispettano. Non ci sono bacchette magiche. Occorre lavorare sulla riduzione dei costi, perché non è possibile che l'Italia sia il Paese europeo che paga di più coloro che soggiornano qui e fanno domanda di asilo politico. Occorre lavorare sui tempi, perché non è ammissibile che ci si mettono due anni e mezzo dallo sbarco alla chiusura della pratica di asilo politico. Lo status di rifugiato viene concesso a 6 immigrati su 100, lo dicono le statistiche".

Poi Salvini ribadisce un concetto già espresso nelle ultime ore: "Le parole non bastano più: occorre un intervento economico e giuridico, l'Italia non può essere trasformata in un campo profughi a nome e per conto del'Europa".

Ma Salvini aggiunge che per il suo dicastero ci sono anche altri capitoli urgenti da affrontare: c'è il tema dell'organico dei vigili del fuoco, "perché si avvicina l'estate e quindi l'emergenza incendi; il contrasto alla droga, c'è la questione dei beni confiscati alla mafia. Fortunatamente arrivo in una macchina che è già perfettamente funzionante".

Sull'argomento interviene anche il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Commissione Cei per la Carità, che commenta le parole del ministro dell'interno: "E' chiaro che la responsabilità dei morti non è solo una questione di proclami solo elettorali, sono morti che pesano sulla coscienza di tutti. Una soluzione va trovata, ma se è 'mettiamoli fuori' diventa problematico, perché sono vite umane e non si possono scartare come se niente fosse".

"Per adesso siamo in attesa di cosa il ministro intende fare", ha spiegato ancora Montenegro: "adesso che Salvini siede dietro una scrivania e dovrà fare scelte, credo che solo dopo queste scelte, non soltanto sulle sue promesse o sui desideri, si possono dare giudizi". E sull'aiuto dell'Europa, il porporato ha aggiunto che "chissà perché la politica non ha il coraggio di cominciare a scrivere questa pagina. La soluzione non può essere affidata a una sola nazione. Il discorso è complesso e va affrontato, finora c'è stato uno scaricabarile".

E il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna tira un sospiro di sollievo dopo la visita del ministro nella sua città: "Ero molto preoccupato per le affermazioni del ministro dell'Interno a Vicenza e in altri parti d'Italia. Ma a Pozzallo Salvini ha attenuato molto questi toni perchè è venuto a contatto con una realtà che ha saputo coniugare molto bene in questi ultimi mesi l'accoglienza con la legalità".

"La problematica dell'accoglienza dei migranti - ha aggiunto il sindaco - non si liquida con degli spot realizzati per colpire l'opinione pubblica. Non sarà così semplice e penso che il neo ministro Salvini piano piano se ne renderà conto". "Non dimentichiamo mai - ha ricordato il sindaco di Pozzallo - di essere la città che ha dato i natali a uno dei più grandi uomini del secolo passato. Per questo a Salvini ho regalato un libro di Giorgio La Pira che speriamo riesca a leggere. La Pira forse è l'uomo politico meno studiato e meriterebbe un po' di attenzione".

"Quella di Salvini - ha concluso il sindaco - è stata una visita anomala perché non ha seguito i protocolli ufficiali. Noi non eravamo stati avvisati ma dall'incontro il neo ministro ho avuto una buona sensazione e sono più ottimista rispetto a qualche giorno fa".

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