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Governo, per Lega e M5s 43 posti da spartire fra sottosegretari e viceministri: tutti nodi

Il senatore palermitano di M5s Vito Crimi

Quarantatrè posti al governo, fra sottosegretari e viceministri spartiti con il bilancino fra M5S e Lega, e 28 commissioni permanenti, più le bicamerali come la Vigilanza Rai e il Copasir: sono le molte caselle da completare perchè l'attività di governo e quella parlamentare entrino a pieno regime.

A cui bisogna aggiungere i ruoli chiave come quelli dei capi di gabinetto nei singoli ministeri, la questione di deleghe delicate come le telecomunicazioni o i Servizi segreti nonché la partita delle nomine ai vertici delle società pubbliche che vedono in cima alla lista delle priorità il rinnovo del Cda della Rai ed i vertici di Cdp. Rinnovo che viene dato per certo oggi dal vicepremier Luigi Di Maio per il quale "lo spoil system è giusto".

Il ministro dello Sviluppo e del Lavoro, però, assicura che "qualcuno in qualche casella del ministero resterà". E in effetti proprio al Mise potrebbe far ritorno Vito Cozzoli, oggi a capo del Servizio di sicurezza della Camera ed ex capo di Gabinetto con la ministra Guidi, così come sulla poltrona da segretario generale di Palazzo Chigi potrebbe tonare a sedersi Vincenzo Fortunato, ex braccio destro del ministro Tremonti. E se è vero che il neo ministro della Giustizia Bonafede smentisce perfino contatti telefonici alcuni rumors danno il pm Piercarlo Davigo in arrivo a capo del Legislativo di via Arenula.

Il primo appuntamento sarà comunque in Parlamento con l'elezione dei nuovi capigruppo giallo-verdi: per la Lega al Senato in pole è Candiani mentre alla Camera potrebbe toccare a Molteni che corre però anche per la presidenza della commissione Giustizia. A rappresentare i pentastellati, che potrebbero decidere già oggi nel direttivo, ci sarebbero in pole Laura Castelli e il palermitano Vito Crimi. La partita non è però chiusa e si intreccia con quella dei sottosegretari: i 5S ambirebbero a incassare proprio per Crimi la delega ai servizi, ora nelle mani del premier Giuseppe Conte, per la quale è in pole anche il leghista e Sottosegretario a Palazzo Chigi Giorgetti.

M5S e Lega dovranno dividersi anche le presidenze di tutte le altre commissioni permanenti: alla Bilancio della Camera potrebbero arrivare i grillini D'Inca, molto vicino a Di Maio, (in alternativa si fa il nome di Castelli ma anche il leghista Borghi la reclama) mentre al Senato è in lizza il leghista ed economista Bagnai. All'opposizione toccano invece le bicamerali di controllo come la Vigilanza Rai, che dovrebbe essere affidata a Romani o Gasparri (Fi), e il Comitato parlamentare per la sicurezza destinato a Guerini (Pd).

C'è poi la questione delle deleghe: quella alle Tlc Di Maio vorrebbe tenersela ma alla fine invece potrebbe essere affidata a un leghista come Siri, da sempre in buoni rapporti con Forza Italia. Un posto da sottosegretario o viceministro potrebbe poi toccare ai 5S Di Stefano (Esteri), Buffagni (Mise o Mef), Catalfo (Lavoro), Fioramonti (Mise), mentre per la Lega sono pronti anche Rixi (Infrastrutture) e Iwobi.

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