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Il raggio del dentista da verde a blu per salvare gli occhi

Arriva un nuovo ritrovato per la fotochimica in odontoiatria, quella pratica, in sostanza, che permette di agire sui composti per le ricostruzioni dentarie.
 Non solo cambia colore (da blu si passa al verde) ma promette di non portare danni alla vista sia dei dentisti (che ne sono più spesso a contatto) sia dei pazienti. L’invenzione viene dai tecnici della Facoltà di odontoiatria di Piracicaba dell’Università di Campinas e dai loro colleghi dell’Università federale di Rio de Janeiro. I sistemi di fotoattivazione attualmente in uso, con l'esposizione alla luce blu, possono portare a danni permanenti alla vista e alla sua progressiva perdita. Inoltre, anche la gengiva dei pazienti può subire ustioni e ulcere. Il dentista, nella sua attività quotidiana, mette la sorgente luminosa sulla parte oggetto delle cure e la tiene per un po’.
    Ecco che il contatto visivo con la luce ad alta intensità è quasi sempre inevitabile. I ricercatori stimano che tra il 10 al 30% dell'intensità totale emessa dalla sorgente luminosa viene riflessa all'operatore, e ciò può causare danni alla retina. A differenza del sistema ordinario, l'apparato di fotoattivazione creato dall’Università di Campinas utilizza un raggio di luce verde, meno dannoso di quello blu usato tradizionalmente, ed è meno tossico per le cellule perché non usa il canforochinone che viene attualmente utilizzato. (ANSA).
   

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