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Il Tesoro Usa: "La situazione italiana sarà in agenda al G7 in Canada"

L’Italia e la volatilità sui mercati emergenti saranno nell’agenda del G7 finanziario a
Whistler in Canada. Lo afferma un funzionario del Tesoro americano, illustrando
l'agenda dei lavori della riunione dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali.

Il Tesoro americano sta seguendo da vicino gli sviluppi della situazione italiana e al momento non vede alcun impatto sistemico legato alla volatilità in Italia e sui mercati internazionali che preoccupi gli Stati Uniti.

Lo afferma un funzionario del Tesoro americano in vista del G7 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali che si terrà a Whistler, in Canada.

Il Tesoro precisa inoltre che non è ancora chiaro chi rappresenterà l’Italia come ministro delle Finanze agli incontri.

Il Tesoro americano ritiene sia meglio per l’Italia e gli altri paesi dell’area euro risolvere i loro problemi senza grandi cambiamenti all’intero di Eurolandia. Lo afferma un funzionario Usa in vista del G7 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali che si terrà a Whistler, in Canada. «Sarebbe meglio se risolvessero le cose all’interno dell’area euro senza grandi cambiamenti, e sicuramente l’Italia ha l’occasione per farlo» mette in evidenza il Tesoro, secondo quanto riporta la stampa Usa.

Il segretario al Tesoro americano, Steven Mnuchin, parlerà con i partner del G7 delle trattative commerciali con la Cina e i dazi sull'alluminio e l'acciaio che scatteranno probabilmente venerdì con la scadenza delle esenzioni per Europa e Canada. Lo afferma un funzionario del Tesoro statunitense, illustrando l’agenda dei lavori del G7 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali che si terrà a Whistler, in Canada. «Mi aspetto che il segretario descriverà il nostro punto di vista sul fatto che la Cina deve essere un membro più responsabile del sistema economico globale» spiega il Tesoro, mettendo in evidenza come Pechino finora abbia tratto vantaggi dal sistema internazionale con pratiche che hanno messo a rischio gli scambi commerciali.

«L'incertezza dell’Italia spinge l’euro sulla ribalta, l’ultimo posto che l’Europa vuole». «L'Italia scatena il timore globale di una nuova crisi dell’euro». Sono i titoli di apertura della versione online rispettivamente del New York Times e del Wall Street Journal, dedicati appunto alla crisi politica del nostro Paese.
Bloccando la formazione del governo da parte di «due partiti populisti» nella convinzione che un membro cruciale della loro proposta di esecutivo avesse intenzione di far uscire l’Italia dall’euro, il presidente Mattarella «potrebbe aver gettato le basi per nuove elezioni, elezioni che equivalgono ad un referendum sull'euro», scrive il Nyt. «Per l’Unione europea, un’altra elezione italiana sarebbe terribilmente un brutto momento», prosegue il quotidiano, ricordando la debolezza di Angela Merkel e il rischio di nuove elezioni anche in Spagna.

«Per quanto improbabile possa essere un ritiro italiano dall’eurozona, la mera prospettiva è più pericolosa per il futuro della Ue» che il bailout della Grecia, del voto britannico per lasciare il blocco (europeo, ndr) o le controversie sul ruolo della legge con Ungheria e Polonia», prosegue il Nyt, ricordando che l’Italia è un membro fondatore della Ue e dell’euro e la quarta più grande economia del blocco, e la psicologia conta».

Con la sua mossa, «Mattarella ha dato agli italiani, eccezionalmente, la stessa opzione costruita nel sistema francese - due turni di voto, il primo col cuore, il secondo con la testa», secondo il giornale, che ricorda la sconfitta al secondo turno di Marine Le Pen sostenendo che il presidente italiano «sta scommettendo che gli italiani possano fare lo stesso», se i partiti populisti scioglieranno la loro ambiguità sull'euro.

Secondo il Wsj, invece, la mossa di Mattarella «suggerisce un nuovo round di elezioni che potrebbe rafforzare la posizione delle forze anti euro, alcune delle quali cercano di sciogliere l'unione sempre più vulnerabile dell’Europa». «Sei anni dopo che l’eurozona ha fatto un passo indietro dall’orlo di una rottura, una forte liquidazione del debito dell’Europa meridionale si è allargata ai più vasti mercati finanziari, inducendo gli investitori verso la sicurezza del dollaro e dello yen giapponese, che sono aumentati impetuosamente», osserva il quotidiano.

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