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Governo: ultime trattative, poi Conte al Colle

Il professor Giuseppe Conte

Ore decisive per Giuseppe Conte la cui dead line per la nascita o meno del suo governo - fissata da Salvini e Di Maio ieri - è per questa sera. Le intenzioni del presidente del consiglio incaricato - al di là delle ultime difficoltà incontrate per la composizione della lista dei ministri - sono quelle di poter presentare la sua squadra ai mercati con giuramento e brindisi di rito già effettuati prima dell'apertura di settimana.
Sul tappeto resta ancora il nodo sul nome di Savona che il Colle continua a ritenere inopportuno e che prospetta l'ultimo colloquio tra Conte e Mattarella prima dello scioglimento della riserva (se positivamente o negativamente saranno le ultime trattative in corso a stabilirlo), tutt'altro che rituale.
Una domenica, in chiave di futuro governo, piena di incognite, dunque. E su cui pesano, e non poco, gli ultimatum dei leader di Lega e M5S. "O si chiude questa partita del Governo entro le prossime 24 ore o non si chiude più", ha infatti sentenziato ieri sera da Terni il capo politico del MoVimento non nascondendo impazienza e irritazione per una partita che ai supplementari e rigori sembra aggiungere l'opzione del lancio della monetina.

Stessi toni e stessa volontà di mettere un punto definitivo all'intera vicenda da parte del capo del Carroccio: "O si parte o per noi basta", taglia corto Salvini che si rende indisponibile ad ulteriori ed estenuanti trattative: "Mi rifiuto", scandisce da Martinengo (Bg) ricordando che "i mutui non aspettano, la benzina non aspetta, gli sbarchi nemmeno". E aggiungendo di non essere nato "per tirare a campare", traccia all'orizzonte l'unica alternativa di un voto anticipato.
Ma le urne a settembre, è noto, sono l'ultimo dei pensieri del Quirinale preoccupato di non avere un governo nella pienezza dei suoi poteri e, dunque, in grado di produrre una manovra che - oltre ad evitare un inedito esercizio provvisorio dello Stato - possa sterilizzare l'aumento dell'Iva. Senza dimenticare le scadenze europee che vedono l'Italia attesa al varco dagli altri partner nient'affatto comprensivi nei nostri confronti.
A 83 giorni dal voto, dunque, l'unica certezza resta quella del conseguimento del record negativo di una gestazione per la formazione del governo mai così lunga nella storia della Repubblica. E che, almeno tra i commentatori politici, torna a far affacciare sullo scenario la possibilità - in caso di fallimento da parte di Conte - di un governo del Presidente.

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