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Castel De Paolis, Frascati torna sulle tavole italiane

(ANSA) - ROMA - Il Frascati Doc ritorna sulle tavole innanzitutto di Roma e del Lazio, ma anche nel resto d'Italia, come protagonista e non come vinello da accompagnamento, e alla rinascita hanno contribuito, insieme a una ritrovata vivacità del Consorzio di tutela, l'annata 2017 il Frascati Doc Campo Vecchio sia il Frascati Superiore Docg. Malvasia di Candia al 70% nel primo, Malvasia del Lazio (o Puntinata) al 70% nel secondo, anche qui dunque "bentornata Malvasia del Lazio". Lo ha detto Fabrizio Santarelli, seconda generazione alla guida dell'azienda agricola Castel De Paolis a Grottaferrata (Roma), uno dei brand storici dei Castelli Romani e uno dei pochi a filiera chiusa, che lavora cioè solo proprie uve fino all'imbottigliamento. A caratterizzare la cantina una preziosa cisterna romana, nella quale riposano le barrique con i rossi da invecchiamento.

L'azienda, in una regione dove la superficie vitata (da 2000 ettari a 900) si è più che dimezzata negli ultimi anni, non solo resiste ma cresce con una produzione media di 100mila bottiglie, con etichette disegnate dal pittore Umberto Mastroianni, è tuttora a conduzione familiare, e nasce dalla lungimiranza di Giulio Santarelli, già sottosegretario al Ministero dell'Agricoltura e Foreste, che coinvolse Attilio Scienza dell'università di Milano per ricerca e sperimentazione, dal 1985 al 1992, nel recupero delle varietà dei vitigni autoctoni pregiati, abbandonati alla fine del secolo scorso con l'arrivo della filossera, ma anche della scelta di varietà innovative di altre regioni italiane e di origine francese.

''La voglia d'innovazione perdura - ha sottolineato Fabrizio Santarelli, in un incontro conviviale da Pipero - e al Vinitaly 2019 presenteremo le produzioni con un 10% di uve affinate in barrique, mentre in vigna, alla luce di una stagione siccitosa come quella dello scorso anno, pensiamo di estendere a tutti i vigneti in collina l'irrigazione di soccorso. Inoltre, col supporto scientifico del Crea, dell'Istituto di ricerca di Turi e quello di Conegliano, stiamo sperimentando la produzione di uno spumante da uve bombino, bellone e Chardonnay. Sarà un Metodo Classico che faremo uscire nel 2020''. Sul fronte dell'export, oltre al tradizionale mercato Usa, Castel De Paolis ha avuto un buon successo nel mercato austriaco nell'ambito di una iniziativa del Merano Wine Festival e un exploit in Cina: in poco tempo, ha sottolineato il produttore romano, ''siamo passati da uno a tre container. Non c'è mercato al mondo cha abbia performance di crescita così rapide''. Al nuovo governo, ha auspicato l'imprenditore dei Castelli Romani, chiederei di ''costituire la nazionale degli azzurri del vino. Con in squadra rappresentanti di tutte le regioni per portare nel mondo un messaggio di qualità, gusto, stile di vita italiano, e promuovere il comparto vino, finalmente con un sistema-Paese e non in ordine sparso''.(ANSA).

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