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Primavera Sound, il 30 maggio torna il miglior festival musicale europeo

BARCELLONA - Centinaia di artisti, su 20 palchi, dal 30 maggio saranno protagonisti a Barcellona di un festival da 200mila persone, con una forte presenza italiana. Per la 18esima edizione spazio anche alla ga-stronomia gourmet ed attenzione al tema delle violenze sessuali, con la campagna 'No Callem'

Sembra non conoscere soste la crescita qualitativa e di offerta del Primavera Sound, il festival che si terrà a Barcellona dal 30 maggio al 2 giugno, la cui proposta musicale è ormai senza eguali in Europa, grazie a nomi come Bjork, Nick Cave, Arctic Monkeys, Jane Birkin (si, proprio la musa di Serge Gainsbourg), Lorde e decine di artisti di ogni tipo. Forti delle 200mila presenze dello scorso anno, con una grossa fetta di pubblico proveniente dall'Italia, il festival catalano sta diventando un modello sotto molti aspetti: per gli amanti della musica è l'annuale appuntamento fisso il cui biglietto si acquista a scatola chiusa; per Barcellona è una risorsa economica, perché durante i giorni della manifestazione la città vede crescere esponenzialmente il numero dei turisti; per chi opera nel settore dell'intrattenimento musicale Primavera Sound presenta un esempio di business pressoché perfetto, che unisce grandi numeri e qualità. Ma andiamo per gradi.

Quest'anno i palchi all'interno del Parc del Fòrum, la struttura sul mare che ospita gran parte dei concerti, saranno 14, a cui vanno aggiunti i 3 stage 'cittadini', allestiti al Barrio Raval, e gli altri 3 nei club. Il programma è talmente ampio ed eterogeneo che ognuno può seguire il proprio Primavera: chi ama l'hip hop andrà ai live di Asap Rocky, dei Migos o di Tyler, The Creator; chi vuole sonorità più rock seguirà i National o The War on Drugs; chi ama i suoni elettronici potrà perdersi in una sorta di festival nel festival, il Primavera Bits, dedicato solo a questo genere. E poi ancora: in scena ci saranno artisti senza tempo come la Birkin e sua figlia Charlotte Gainsbourg, concerti inediti come quello degli autori della colonna sonora della serie tv cult di Netflix 'Stranger Things', icone 'indie' come Grizzly Bear e Beach House e band storiche come i maestri dello shoegaze Slowdive e la moderna psichedelia degli Spiritualized.

Alla cura per la ricerca musicale il Primavera quest'anno aggiunge altri tasselli che mostrano l'at-tenzione degli organizzatori verso il pubblico: si inaugura lo spazio gourmet 'Primmmavera', dedi-cato alla gastronomia di qualità e accessibile su prenotazione, e da questa edizione il 'truck food' sarà curato dai migliori ristoranti di Barcellona. C'è poi l'importante adesione alla campagna 'No Callem', protocollo d'azione contro le molestie sessuali, attento alla sensibilità LGBT e presente al Parc del Forum con un punto informativo a cui chiedere informazioni e denunciare comportamenti violenti. Infine, il Primavera Pro, evento collaterale dedicato agli addetti ai lavori con conferenze, workshop, concerti. Per capire la portata del fenomeno Primavera Sound, ANSA ha intervistato Marta Pallarès, a capo della comunicazione internazionale della festival.

 

Quali sono i numeri del Primavera Sound “L'anno scorso abbiamo avuto più di 200.000 parteci-panti provenienti da oltre 125 paesi. Per questa 18esima edizione accoglieremo più di 60.000 per-sone al giorno al Parc del Fòrum, con uno staff di di 5.000 persone per quasi 250 spettacoli nei tre giorni principali del festival”.

 

Qual è la percentuale di pubblico italiano? “È uno dei nostri principali pubblici internazionali. La metà dei nostri partecipanti proviene dall'estero, l'altra metà dalla Spagna. L'Italia è il nostro se-condo mercato internazionale: gli italiani sono cresciuti del 133% dal 2014, provengono principal-mente da Milano e da Roma, anche se l'Italia è il paese in cui i partecipanti si distribuiscono meglio sul territorio e non solo su poche città”.

 

Quanto influisce il festival sull'economia turistica di Barcellona? “Durante il Primavera Sound la città ha un impatto positivo, grazie al nostro pubblico che dà vita ad un turismo di grande qualità. Durante l'intera settimana tutta Barcellona percepisce l'atmosfera del festival ed è per questo che intendiamo continuare a offrire spettacoli gratuiti e rendere la musica disponibile in tutta la città, non solo al Parc del Fòrum (come i numerosi concerti che si tengono nel quartiere Raval, ndr)”.

 

Grazie al Primavera Sound e al Sonar (festival dedicato alla musica elettronica che si tiene a metà giugno) oggi Barcellona è diventata un riferimento mondiale per gli amanti della musi-ca. “Barcellona è sempre stata una grande città culturale ma avere due importanti eventi musicali di questo calibro ha ovviamente segnato la 'mappa' del turismo musicale”.

 

Nel corso degli anni avete portato al Primavera praticamente tutti gli artisti in circolazione. Chi c'è ancora nella vostra 'lista dei desideri'? “Ci piace pensare al programma nel suo com-plesso, ecco perché riveliamo sempre il programma completo e non i singoli nomi, perché tutti gli artisti per noi sono importanti. Personalmente – aggiunge Pallares - pregherei per avere Ennio Morricone all'Auditori del Fòrum: le sue esibizioni sono spettacolari”.

 

Primavera Sound è da sempre interessato agli artisti italiani: quest'anno ci sono Cesare Basile e Donato Dozzy e tre gruppi al Primavera Pro. “L'Italia è da sempre presente al Prima-vera Pro, e ha contribuito con diversi gruppi interessanti al programma che mostrano la qualità della vostra scena musicale”.

 

Quale sarà l'evoluzione del Primavera Sound? “Siamo sempre interessati a crescere, tanto che nel 2011 è partita l'edizione di Primavera Sound a Porto, in Portogallo, al Parque da Cidade, un luogo meraviglioso immerso nel verde. Non sappiamo come si evolveranno gli scenari musicali nei prossimi anni ma posso dire che non abbiamo intenzione di fermarci”.

Info: www.primaverasound.com

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