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Viste le galassie ‘buie’, illuminate da fari cosmici

Osservate le galassie ‘buie’, formate quando l'universo era ancora molto giovane e le stelle erano ancora rare. Il risultato, importante per capire come il gas interstellare ha fatto 'accendere' le prime stelle, è pubblicato sull'Astrophysical Journal e si deve agli astrofisici italiani Raffaella Anna Marino e Sebastiano Cantalupo, che lavorano nel Politecnico di Zurigo. 

Dopo avere osservato ben 200 oggetti cosmici, i ricercatori sono riusciti a vedere ben dieci galassie primitive e povere di stelle, illuminate dalla luce emessa da alcuni quasar, ossia da nuclei galattici attivi molto luminosi distanti miliardi di anni luce dalla Terra. Trovarel è stato possibile grazie allo strumento Muse (Multi Unit Spectroscopic Explorer), del Very Large Telescope (Vlt) dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso).

“Abbiamo trovato galassie che non apparivano nei cataloghi conosciuti e, per farlo, abbiamo utilizzato i quasar come fari”, ha detto all’ANSA Raffaella Anna Marino. Gli astrofisici italiani le hanno chiamate oscure “perché sono appena visibili”. Non hanno, infatti, quasi per nulla stelle, emettono poca luce e questo le rende difficili da studiare.

“Per osservarle abbiamo utilizzato una nuova tecnica basata sullo strumento Muse del telescopio Vlt. Le abbiamo osservate - ha aggiunto Marino - proprio quando al loro interno stavano nascendo le prime stelle”. I ricercatori italiani adesso guardano avanti. “Il nostro prossimo passo - ha concluso - è vedere con altri telescopi se queste galassie emettono anche altri tipi di radiazioni, oltre alla luce visibile che abbiamo osservato”.

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