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Francia, un 'contratto' per far sopravvivere industria auto

ROMA - Dopo gli interventi ufficiali dell'ACEA (l'associazione europea dei costruttori) anche esperti francesi del settore automotive prendono posizione nei confronti del documento con cui la Commissione Europea ha avviato una procedura d'infrazione nei confronti di diversi Paesi Ue - tra cui Francia, Germania e Italia - per il non rispetto dei limiti sulla qualità dell'aria. Un rapporto pubblicato da Autoactu.fr descrive efficacemente una situazione locale che è ben distante da quella italiana, in cui il ministro Nicolas Hulot ha immediatamente reagito alla notizia della sanzione della Commissione redigendo un documento - denominato 'Feuilles de route' - con cui indica ai Prefetti gli interventi da attuare nelle 14 zone della Francia più inquinate. Intervento che è stato seguito ieri dalla riunione del Comitato Strategico della Filiera Automobile, a termine del quale i due big dell'industria transalpina Carlos Ghosn (Renault) e Carlos Tavares (PSA) hanno di comune accordo firmato con lo Stato Francese rappresentato dai Ministri Bruno Le Maire, Nicolas Hulot e Elisabeth Borne (rispettivamente economia, ambiente e trasporti) un 'contratto' che vale fino al 2022 e che punta alla ''sopravvivenza dell'intero settore dell'automobile in Francia''. Tra i punti approvati il traguardo di vedere sulle strade francesi 600mila auto elettriche e 400mila ibride ricaricabili entro il 2022, la creazione di 1 colonnina pubblica ogni 10 vetture 'elettrificate' entro la stessa data e il sostegno alle aziende (si stima fra 150 e 180) che modificheranno la loro attività per accompagnare questo periodo di transizione.

Un insieme di prese di posizione che non lasciano dubbi sulla volontà di accompagnare i doverosi interventi sulle cause dell'inquinamento - di cui auto e trasporti su strada sono soltanto un elemento - con programmi a breve e medio termine che possano salvaguardare collettività e libertà della mobilità individuale, ma anche un comparto industriale che la Francia intende proteggere e sostenere. Il rapporto pubblicato da Autoactu.fr evidenzia, ad esempio, come sia indispensabile modificare 'il tiro' nei confronti delle sostanze inquinanti e dei relativi regolamenti, che non tengono nel dovuto conto gli NOx e il particolato, ma solo la CO2. In particolare - si legge - ''va ricordato che la questione degli NOx è stata a lungo sottovalutata perché, dopo Kyoto, a Bruxelles è stato privilegiato l'argomento dei gas con effetto serra (appunto la CO2 ndr) e per questa ragione si è favorita la diffusione del diesel per accorgersi dopo che l'inquinamento negli ambiti locali ne soffriva''. Ma gli esperti sentiti da Autoactu ribadiscono che non vanno assolutamente trascurate quelle cause, ''come i caminetti, caldaie a pellet e stufe a legna, che sembrano essere al primo posto nella responsabilità dell'attuale situazione di inquinamento nei 14 luoghi segnalati dal piano ministeriale''.

Poiché la DG Ambiente dalla Commissione porterà la Francia su banco degli imputati alla Corte di Giustizia Europea (CJUE) per 'non aver rispettato i valori limite fissati per l'NO2', c'è da attendersi - si legge sul rapporto di Autoactu - che questa procedura porterà ad estendere le restrizioni di circolazione riguardanti i diesel, ma anche il varo di provvedimenti che sono 'ben visti' da parte della UE. E' il caso di un progetto, firmato dal Commissario all'Ambiente, la maltese Karmenu Vell che, assieme al Commissario per i Mercati Interni, l'Industria e le PME, la polacca Elbieta Biekowska, che prevede contributi per 8 miliardi di euro per fornire al parco ferroviario 708 treni nuovi o rinnovati, da fornire entro il 2021. O, ancora, i molti finanziamenti varati per il car sharing, nell'ambito di provvedimenti locali che 'Bruxelles ha chiesto a Hulot e che il Ministro a sua volta ha chiesto ai Prefetti''.

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