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Facebook, Zuckerberg si scusa con il parlamento europeo: "Mai più casi Cambridge Analytica"

Il mea culpa di Zuckerberg. Dopo l'audizione al Congresso Usa, il fondatore e amministratore delegato di Facebook torna ad offrire le sue scuse per gli errori commessi, ma questa volta al Parlamento europeo a Bruxelles, e sullo scandalo Cambridge Analytica promette che non si ripeteranno «mai più casi del genere in futuro». «Bene le scuse di Zuckerberg, ma non bastano», ha ammonito il presidente Antonio Tajani al termine dell’incontro con gli europarlamentari, annunciando che l’Eurocamera «vigilerà sulle rassicurazioni ricevute».

Chiusi all’interno di una sala, ma in diretta streaming, i presidenti dei gruppi politici - Popolari, Socialisti, liberali e Verdi - hanno sottoposto il miliardario 34enne ad un vero e proprio fuoco di fila di domande. «Nei prossimi anni ci sono molte elezioni importanti, dobbiamo fare in modo di evitare che qualcuno possa interferire», ha assicurato Zuckerberg, precisando che si sta lavorando ad una serie di «strumenti di intelligenza artificiale per identificare account fasulli, cooperare con le commissioni e aumentare la trasparenza». Sulle interferenze russe nelle elezioni Usa il capo di Facebook ha ammesso che «nel 2016 eravamo troppo lenti per identificarle», ma che adesso la sua azienda è più "preparata per far fronte ad attacchi con fake news». Poi l'assicurazione che sulla piattaforma web non avranno spazio «il bullismo, l’incitamento all’odio ed il terrorismo», sottolineando che proprio su quest’ultimo punto «i nostri sistemi possono segnalarci il 99% di quei contenuti, ad esempio di Isis ed al Qaeda, per poi rimuoverli».

Il Ceo di Fb ha poi garantito che «rispetterà» il nuovo regolamento europeo relativo al trattamento dei dati personali, che entrerà in vigore già venerdì prossimo, 25 maggio. Tra gli altri punti anche l’assicurazione di aver intrapreso una serie di misure per contrastare le carenze, come il raddoppio di numero di dipendenti assegnati alla sicurezza «per raggiungere il numero di 20.000 entro la fine di quest’anno». Si tratta di investimenti che «hanno un impatto significativo sui nostri guadagni, ma la sicurezza degli esseri umani passerà sempre prima del massimizzare i nostri profitti», ha aggiunto, spiegando varie altre misure che limitano l’accesso ai dati personali per le applicazioni digitali.

«Credo che oggi il Parlamento abbia ottenuto un successo. Ci siamo dimostrati i difensori degli interessi dei cittadini affermando la centralità di questa istituzione», ha chiosato Tajani a conclusione dell’incontro dopo aver ammonito all’inizio del dibattito quanto sia importante proteggere la democrazia per non trasformarla «in un’operazione di marketing, in cui chi si impossessa dei nostri dati acquisisce un vantaggio politico». Tra le prime reazioni quella del M5S con l’europarlamentare Marco Zullo che, preso atto delle scuse di Zuckerberg, ha però chiesto di «passare ai fatti», ricordando che «alcune questioni rimangono tuttora irrisolte». L’europarlamentare ha citato «le compensazioni per gli utenti truffati, la trasparenza sugli introiti pubblicitari e sulle altre entrate del social network», così come «le tasse pagate in ogni Paese e gli strumenti a disposizione di chi naviga sul web per proteggere i propri dati, anche se non è utente di Facebook».

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