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Olivero a Federvini, politica sostenga aggregazione

(ANSA) - ROMA - Nel settore vitivinicolo "il brand delle famiglie è uno dei grandi vanti dell'Italia, ma è anche un limite strutturale: basti pensare che l'export medio delle aziende italiane è di 10mila litri, cioè un solo container. Le politiche pubbliche devono sostenere quanti sanno e sapranno fare aggregazione, sia pure nel rispetto delle caratteristiche italiani quali l'artigianalità e la sostenibilità". Lo ha detto il vice ministro delle Politiche agricole, Andrea Olivero, in occasione dell'assemblea annuale di Federvini, che aderisce a Federalimentare e Confindustria.

Secondo Micaela Pallini, Presidente Gruppo Spiriti, è necessario per le imprese della tradizione italiana fare squadra: "Solo così è possibile rafforzarsi nei mercati consolidati e conquistare quelli nuovi: per le aziende medio piccole, infatti, unirsi significa sfruttare economie di scala, come nel caso della distribuzione". Inoltre, ha proseguito l'imprenditrice del Mistrà, "alcune grandi novità a livello mondiale degli ultimi anni, come la mixologia, non sarebbero possibili senza l'apporto del settore italiano".

Il settore aceti è un fiore all'occhiello dell'agro-alimentare italiano. "Sono circa 70 nel nostro Paese le imprese del settore", ha ricordato Giacomo Ponti, Vice Presidente Gruppo Aceti, "in gran parte familiari: in Francia sono rimaste in 3, e questo indica un vantaggio competitivo rilevante, dimostrato dal fatto che il 90% del prodotto circa viene venduto all'estero. La nostra parola d'ordine è qualità. La sfida attuale è quella contro l'Italian Sounding".

Il Presidente di Federvini, Sandro Boscaini, ha concluso i lavori dell'assemblea ricordando i principali numeri del settore, che si conferma uno dei principali contribuenti italiani con circa 9 miliardi di gettito, pari al 2% del totale nazionale e uno dei punti di forza del Sistema Italia. (ANSA).

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