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Biotecnologie, in Italia confermata la crescita a 2 cifre

Il nostro Paese rischia di essere frenato, o addirittura tagliato fuori, nell'innovazione biotecnologica se non cambia. È quanto emerge dall'assemblea 2018 di Assobiotec, l'Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica, che si è svolta a Roma. L'Associazione lancia un appello alla classe politica italiana e al futuro Governo, con lo slogan "Il futuro è già qui. Siamo pronti ad accoglierlo? Per Luca Benatti, componente del Comitato di presidenza di Assobiotec, "gli investimenti in ricerca restano non competitivi. Occorre abbandonare vecchie logiche, o il rischio è frenare lo sviluppo dell'innovazione biotech compromettendo competitività e crescita del Paese".

Alcuni punti critici emersi nel corso del dibattito di Assobiotec riguardano gli scarsi investimenti in ricerca del settore pubblico e privato, inferiori a quelli degli altri Paesi. Per Benatti, "il mondo delle biotecnologie ha un urgente bisogno di una strategia nazionale di medio-lungo periodo a favore di innovazione e ricerca". Gli esperti pensano a un piano fatto di misure stabili nel tempo e che preveda una governance certa, efficace e centralizzata. "Misure - ha concluso - che permetterebbero alle imprese di superare il limite di una dimensione spesso troppo piccola"

Il settore biotecnologico in Italia continua a crescere, con i principali parametri economici che restano a due cifre: più di 13.000 addetti, 571 imprese e un fatturato che supera gli 11,5 miliardi di euro, con un incremento del 22% di investimenti in ricerca e sviluppo tra il 2014 e il 2016 e il 38% di imprese esportatrici nel 2015, 7 volte in più dell'industria italiana nel suo complesso. A guidare la classifica delle regioni si conferma la Lombardia.

Sono, in sintesi i numeri del Rapporto 2018 "Le imprese di biotecnologie in Italia", presentato oggi a Roma da Assobiotec, l'Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica e dall'Enea. Per Luca Benatti, componente del Comitato di presidenza di Assobiotec, "i numeri dimostrano la qualità della produzione scientifica di base del nostro Paese nelle biotecnologie nel settore della salute, agro-alimentare e del risanamento ambientale, ma resta il fatto che la maggior parte delle imprese sono ancora troppo piccole".

Assobiotec, serve una strategia nazionale lungo periodo
"Il rapporto sulle imprese biotecnologiche in Italia è una relazione unica nel panorama internazionale, perché nelle analisi statistiche tradizionali questo settore, molto diversificato, tende in genere a non emergere", ha spiegato all'ANSA Gaetano Coletta, ricercatore dell'Enea, tra gli estensori del rapporto. Il ricercatore sottolinea che "le biotecnologie restano un settore strategico per la sostenibilità economica e la competitività dei Paesi più avanzati, di cui fa parte anche l'Italia".

I Paesi che crescono di più oggi, sottolineano gli esperti riuniti a Roma per la presentazione del rapporto 2018, sono quelli che investono di più in innovazione. Ogni euro investito nel campo della 'bioeconomia' genera, infatti, 10 euro di valore. La leadership nel settore biotecnologico resta concentrata in alcune aree del mondo come quella nordamericana e del Vecchio Continente. "Nell'Italia del biotech - ha chiarito Coletta - accanto al settore della salute è particolarmente sviluppato quello della chimica verde. La ricerca biotecnologica - ha concluso - consente infatti di migliorare i processi produttivi, andando incontro alla forte domanda di sostenibilità che viene dal nostro Paese".

 

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