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A Guizhou, regno dei Monti e delle acque

(di Daniela Giammusso) Un'antica leggenda cinese racconta che un giorno Dio raccolse tutte le montagne e le concentrò in un unico luogo della terra.
    Nacque così quel concentrato di meraviglie, cime, grotte e formazioni carsiche, che sono oggi la verdissima provincia di Guizhou, due ore di volo da Pechino, nella parte sud-occidentale della Cina, proprio tra la via della seta e la via della seta marittima. Sorgenti termali, canyon, cascate (non a caso in patria la chiamo il ''regno dei monti e delle acque'') una piccola collezione di siti Unesco, 50 mila villaggi e la più alta concentrazione di culture etniche, paesaggi verdi ovunque e prelibatezze gastronomiche, come dire, un po' l'Umbria della grande Repubblica Popolare. Non a caso è proprio a Guizhou e alle sue bellezze che è stato dedicato uno dei primi incontri a Roma in occasione del 2018 Anno del turismo Europa-Cina. ''Il paesaggio da noi sembra davvero un quadro - racconta la governatrice della provincia, Shen Yiqin- E la sua conformazione regala un clima mite tutto l'anno: 15 gradi di media e una qualità eccellente dell'aria.
    Abbiamo una sorta di condizionatore naturale''. Con l'aggiunta poi di un'economia molto fiorente (nel 2017 è la provincia con maggiore crescita di tutta la Cina, scelta anche da Apple e Huawei per le loro sedi) che con la comodità dei treni ad alta velocità diventa meta raggiungibile in poche mosse anche dai turisti fai da te. Cosa vedere? Innanzitutto lo spettacolo della natura. Tra la foresta di Libo Zhangjiang, la Riserva naturale di Chishui (letteralmente ''Acqua rossa''), la cascata di Huangguoshu, la più alta di tutta l'Asia, il Canyon Malinghe (lungo 15 chilometri e profondo 100 è soprannominato la ''più bella cicatrice della Terra''), le foreste di latifoglie e i 10 mila ettari di piantagione da te, il territorio di Guizhou è davvero un paradiso per gli occhi. Da non perdere lo spettacolo del paesaggio carsico, inserito nel 2007 nella lista dei siti patrimonio Unesco. E la riserva naturale del Monte Fanjing, vetta sacra ai buddisti e dal 1986 parte delle Riserve della Biosfera Unesco. Per gli appassionati, una bella sfida potrebbe essere portare a casa una foto delle scimmie rosse tipiche di queste zone, oggi più rare e preziose dei panda, tanto da essere soprannominate le ''figlie uniche del mondo''.
    Tra i suoi 35 milioni di abitanti, poi, Guizhou ospita poi la più alta concentrazione di minoranze etniche del paese. In tutto mille villaggi sui 50 mila presenti, con ben 18 gruppi etnici, ognuno con diverse usi e culture. I millenari Hmong sono i principali e se a Langdeshan e a Xijang vivono in case di legno su palafitte chiamate i diaojiaolou, a Basha vantano il primato di essere l'ultima tribù di uomini armati in tutta la Cina.
    Xijang è anche il più grande villaggio al mondo del popolo Miao, vero museo a cielo aperto, dove un tempo si contavano oltre 1300 famiglie. Ma si può andare alla scoperta anche dei Dong, abilissimi nel progettare, magari al villaggio Zhaoxing, dove tra le 800 case di legno spiccano le cinque Torri del Tamburo e altrettanti ponti del Vento e della Pioggia, magici soprattutto durante il Grand Song, il festival di musica folk tramandata di generazione in generazione da oltre 2500 anni.
    E poi ancora i Yao, Yi, Qiang, Zhuang, Buyi, Tujia, Gelao e Sui con il loro artigianato in carta o cera, l'arte del ricamo con filo di stagno e la lavorazione dell'argento. Durante tutto l'anno i villaggi della provincia sono sempre piuttosto animati, in un susseguirsi ininterrotto di feste ricche di suggestione, con il Festival delle sorelle organizzato dai Miao, nel quale le giovani donne scelgono il marito in un rito con il riso.
    Visitare la provincia è un viaggio anche attraverso il palato, a cominciare dal Mao-Tai, il liquore più diffuso di tutta la Cina, antico oltre duemila anni e bevanda prediletta dagli imperatori all'epoca della dinastia Han. E poi il te, con il LaoGan Ma, considerato il migliore di tutta la Cina. Vera specialità, il pesce. Ma attenzione al peperoncino!(ANSA).
   

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