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Dall'addio alla legge Fornero alla flat tax: tutti i punti del contratto di governo M5s-Lega

Luigi Di Maio mostra la bozza del contratto di governo

Dal superamento della legge Fornero alla "quota 100 per le pensioni", dal reddito di cittadinanza alla Flat tax: il contratto di governo del M5S-Lega prende, sia pur lentamente, forma al termine della due giorni di riunioni al Pirellone. Riunioni accese dove, al di là dell'ottimismo che i membri delle due delegazioni tendono a ostentare, i nodi da sciogliere non sono pochi.

All'incontro di ieri Luigi Di Maio e Matteo Salvini partecipano solo in parte, poi tocca alle delegazioni dei parlamentari due partiti trovare la quadra. Per il M5S sono presenti Danilo Toninelli, Laura Castelli, Alfonso Bonafede, Vincenzo Spadafora e Stefano Buffagni, per la Lega Roberto Calderoli, Armando Siri, Claudio Borghi, Gian Marco Centinaio. La giornata non inizia con il piede giusto visto che, nel M5S, filtra un po' di irritazione dopo che il primo round di incontri al Pirellone ha descritto un programma piuttosto orientato a destra.

Allora ecco che, nel secondo giro di tavolo, il M,5S ottiene l'inserimento del reddito di cittadinanza nel contratto così come il Movimento lo aveva pensato e senza che la misura abbia una scadenza anche se il provvedimento sarà varato solo dopo la riforma dei centri per l'impiego. Ed ecco aggiungersi, tra i punti del programma, quello dei tagli agli sprechi e della meritocrazia.

Alcuni nodi, quindi, restano aperti a cominciare da quello sull'immigrazione dove le visioni di M5S e Lega collidono. E, più in generale, i due partiti si presentano al tavolo del Pirellone con la zavorra - soprattutto nel Movimento - del dover giustificare ai propri militanti e ai parlamentari scettici concessioni sanguinose. "Ma non possiamo stare sempre in piazza, se si va al governo non avendo una maggioranza autonoma qualcosa si deve concedere", spiegano nel Movimento in mattinata.

Punti di caduta certi sarebbero stati trovati nel superamento della Legge Fornero e sulla riforma delle pensioni secondo la "quota 100", dove il cento sta per la somma di età e contributi, fissando comunque i 35 anni di contributi come minimo. Sicure, anche le misure per le famiglie meno abbienti, con agevolazioni pesanti sugli asili nido.

Mentre sul fronte del fisco le aliquote della flat tax restano ancora una casella vuota anche se si prevedono tre scaglioni che seguano i criteri (costituzionali) di progressività. Emerge, inoltre, l'impegno di dividere i contributi Irpef in due gruppi, con il reddito da 80 mila a fare da spartiacque tra chi dovrà pagare di meno e di più. Sul fronte internazionale non viene intaccata la presenza dell'Italia nella Nato ma emerge, nel contratto, l'impegno a diminuire le sanzioni contro la Russia.

Il nodo giustizia, infine, dove nel contratto compare un conflitto di interessi "temperato" e fa il suo esordio, allo stesso, tempo l'impegno ad una legge per la legittima difesa domiciliare.

Ad ogni modo, oggi il contratto per il governo del cambiamento potrebbe vedere la luce. "Mancano solo le virgole", assicura il leghista Centinaio. Ma il contratto, al momento, non è ancora chiuso.

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