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Torna il terrore a Parigi, passanti accoltellati in centro: uccisa una donna. Rivendicazione dell'Isis

Tornano il terrore e la morte ai tavoli dei bistrot di Parigi, come la sera più terribile, quella del 13 novembre 2015. Stavolta è un uomo solo, che ha gridato "Allah Akbar!" inseguendo col coltello insanguinato, lungo le stradine attorno all'Opera, fra ristoranti, bar e teatri, la folla di passanti del sabato sera.

L'assalitore si chiamava Khamzat Azimov ed era nato in Cecenia il 1 novembre 1997. Lo riferisce France 2 citando fonti dell'inchiesta. Azimov era stato naturalizzato francese nel 2010 ed era incensurato anche se schedato come a rischio radicalizzazione islamica ("S") in quanto era in contatto con il marito di una donna partita per la Siria.

Immediata la reazione del presidente Emmanuel Macron: "La Francia paga ancora una volta il prezzo del sangue, ma non cede un millimetro ai nemici della libertà". A stretto giro è arrivata anche la rivendicazione dell'Isis, che attraverso il suo organo per la propaganda, Amaq, ha affermato che l'attacco è stato messo a segno da "un soldato" dello Stato islamico.

Azimov ha accoltellato almeno cinque persone prima che la polizia - numerosissima nel centro di Parigi in queste serate di vacanza e di grande afflusso di turisti nella capitale - intervenisse: prima a quanto sembra con un taser e poi con proiettili veri.

L'uomo ha affrontato gli agenti gridando "uccidetemi o vi ammazzo!", poi è crollato a terra, ed è morto pochi minuti dopo. Addosso non aveva nulla nessun documento, sembra neppure un cellulare. In tarda serata, il procuratore della Repubblica Francois Molins, in una brevissima conferenza stampa improvvisata in strada, ha annunciato che è la procura antiterrorismo ad indagare "visto che diverse persone hanno udito l'uomo gridare Allah Akbar".

Un ristoratore che si è trovato proprio davanti a uno dei raid dell'aggressore - che andava e veniva nella rue Saint-Augustin, a due passi dall'Opera Garnier - ha parlato di "uno che aveva l'aria di un pazzo, di un drogato. Era pronto a tutto, a morire". Tutto è cominciato attorno alle nove, al momento in cui l'afflusso è massimo nella zona.

Un uomo solo, armato di coltello, ha cominciato ad aggredire e inseguire passanti, scelti a caso, nella rue Monsigny, poi nella rue Saint-Augustin, che va dall'Opera alla Bourse, in un succedersi di bar, caffè, bistrot, ristoranti e teatri. Immediatamente, e in gran numero, sono intervenuti i poliziotti del vicino III arrondissement.

Prima con una pistola taser, poi con le armi vere, a ulteriore dimostrazione che in 3 anni di terrorismo le abitudini dei poliziotti francesi - che all'inizio erano molto più lente e prudenti - sono molto cambiate.

L'uomo è caduto a terra, ed è morto pochi minuti dopo. Il panico, intanto, si era scatenato in tutta la zona, con un fuggi fuggi generale, grida, gente che si rifugiava nei bistrot e si barricava all'interno per evitare che dall'esterno il pericolo potesse raggiungerli. In molti - per un riflesso ormai fatto proprio dai parigini - si sono gettati a terra, altri si sono nascosti sotto i tavoli dei caffè.

A terra sono rimaste cinque persone, una donna che è morta prima di essere trasportata all'ospedale, altri due che sono in gravi condizioni all'ospedale "Georges Pompidou", due feriti in modo non grave e altri quattro sotto shock.

Il ministro dell'Interno, Gerard Collomb, si è congratulato con la polizia per "il sangue freddo e la reattività". La Francia, dal 2015, continua a vivere sotto la minaccia terroristica. L'ultimo attacco risale al 23 marzo scorso nel sud-ovest, a Carcassonne e a Trebes, dove ha trovato la morte il gendarme-eroe Arnaud Beltrame, che si è offerto in cambio di un ostaggio in un supermercato.

In questi giorni, oltre al normale schieramento di Vigipirate - il dispositivo di prevenzione nelle strade - l'allerta è alta per i ponti festivi di maggio con forte afflusso di turisti e per l'impegno militare della Francia nella coalizione militare internazionale in Siria e in Iraq.

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