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Psichiatri, assistenza rischia crollo, mancano risorse

In quarant'anni, da quando è entrata in vigore la legge Basaglia, sono venti milioni gli italiani "curati senza manicomi", ma oggi "in assenza di risorse adeguate, il sistema dell'assistenza psichiatrica in Italia rischia il crollo". E' l'allarme lanciato dalla Società italiana di psichiatria (Sip) a tre giorni dal quarantennale della 'legge Basaglia' che sancì la chiusura dei manicomi, ovvero la legge 180 del 13 maggio 1978. I numeri delle malattie mentali sono in costante aumento, afferma la Sip, e tra poco più di 10 anni supereranno quello delle malattie cardiovascolari collocandosi al primo posto a livello mondiale.

Ma le risorse investite nel settore dell'assistenza psichiatrica "sono state inversamente proporzionali: oggi l'Italia - afferma il presidente Sip Bernardo Carpiniello - è al 20/mo posto in Europa sia come numero di psichiatri sia come spesa per la salute mentale, che è pari a circa il 3,5% della spesa sanitaria a fronte di numeri doppi o tripli di Paesi come Francia, Germania e Regno Unito dove tale spesa si colloca al 10-15%".

Sono 800 mila nel 2016, secondo gli ultimi dati del ministero della Salute, ricordano gli psichiatri della Sip in un incontro alla Camera sui 'Quaranta anni della legge 180', le persone assistite nei Dipartimenti di Salute Mentale, con 370 mila nuove visite per problemi legati alla psiche. Al centro dell'attenzione per questo anniversario, spiega Carpiniello, "restano però anche molti punti da risolvere, soprattutto legati alle risorse, che lasciano - nonostante i numeri - l'area della salute mentale sempre ai margini rispetto ad altre branche della medicina.

In base ai dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, rispetto ai 42 paesi Ocse l'Italia è al 20/mo posto come numero di psichiatri per 100mila abitanti, al 14/mo come psicologi e come infermieri". Quanto alla spesa per la Salute Mentale, spiega, "l'Italia è al 20/mo posto in Europa. Secondo i dati Ministeriali relativi al 2015 e 2016, il budget medio nazionale per la salute mentale è infatti circa il 3,5% di quello complessivo della Sanità, a fronte di stanziamenti in Paesi Europei di rilevanza simile all'Italia, come Francia, Germania e Regno Unito, compresi fra il 10 e il 15%".

Di contro, avvertono gli psichiatri, quello che si sta registrando è un "aumento delle malattie psichiatriche che dipende anche dalla comparsa di nuove patologie con la scoperta di nuove malattie legate alla modernità e alle nuove dipendenze". Tuttavia, "con grandi principi, ma senza risorse, è difficile fare la storia, pur di fronte ad un passo straordinario come l'abolizione dei manicomi - precisa Claudio Mencacci, che dirige uno dei più grandi dipartimenti italiani di neuroscienze e salute mentale, quello dell'ASST Fatebenefratelli-Sacco di Miano -. Se 40 anni fa la legge 180 fu prima di tutto un gesto politico che giunse in coda ad altre battaglie per i diritti civili, una scelta per aiutare i 'malati dimenticati' e che ha portato l'Italia ad esempio nel mondo, oggi serve ben altro - afferma - per continuare il lavoro iniziato dal professor Basaglia".

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