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Dopo i colloqui di lavoro, ecco i robot consulenti

Robot sempre più social. Dopo i colloqui di lavoro all'Ikea è il turno del 'consigliere': Nao, uno dei primi robot sociali, ha avuto grande successo nel motivare chi voleva cambiare comportamenti e stili di vita. Ma oltre ad aiutare l'uomo nelle sue incombenze, i robot sono sempre più abili anche nel gioco. Dopo il poker  e il Go, l'ultima frontiera è quella del tris, ma con il nobile scopo di aiutare nella riabilitazione. I due risultati sono descritti rispettivamente sul Journal of Medical Internet Research e sulla rivista Restorative Neurology and Neuroscience.

Nell'università britannica di Plymouth Nao è stato messo alla prova come consulente nei colloqui motivazionali, ossia nelle interviste fatte per aiutare a modificare alcuni comportamenti. I risultati sono stati più che positivi: i volontari lo hanno elogiato, valutando i colloqui con lui come utili e piacevoli e apprezzando il suo non giudicare. Tanto che in un caso il robot è stato addirittura preferito al consulente umano.

 

Nao è infatti riuscito a incoraggiare chi voleva fare più attività fisica a esprimere a voce alta i propri obiettivi e dubbi, tirando fuori idee e stimolando la conversazione su come raggiungere questo obiettivo. "Grazie al loro non essere percepiti come critici e moralisti - spiega Jackie Andrade, coordinatrice del progetto - i robot sono più efficaci rispetto agli avatar umanoidi nel dare questo tipo di supporto".

Sul fronte dei giochi invece, dopo i successi dell'Intelligenza artificiale negli scacchi, il Go e il poker, i robot hanno dimostrato anche di sapersi cimentare nel più semplice tris, ma con un fine meno ludico: aiutare le persone nella riabilitazione. Lo ha dimostrato l'esperimento condotto nell'università israeliana Ben-Gurion del Negev, dove il braccio robotico giocava a tris con persone che dovevano recuperare l'uso del braccio.

 Anziché su un foglio bianco, "il gioco è stato fatto usando tazze da posizionare su degli scaffali, in modo da stimolare il lavoro del braccio", precisa Shelly Levy-Tzedek, coordinatrice dello studio. "Una persona - prosegue - può raccogliere e mettere molte tazze mentre gioca contro un braccio robotico, migliorando così la propria resa nelle varie attività giornaliere". Anche in questo caso, lavorare con un robot è risultato più stimolante, divertente e interessante che giocare sugli stessi scaffali, ma contro un sistema di luci a led che si illuminavano per dettare le mosse, sia che le persone fossero più giovani o anziane.

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