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Maltempo, crolla la produzione di albicocche: raccolto in crisi anche in Sicilia

Gli effetti del maltempo arrivano nel carrello della spesa: crolla del 30% il raccolto di albicocche in Italia nel 2018 per effetto del clima pazzo che da nord a sud ha costretto a dire addio a quasi una albicocca su tre. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che si iniziano a sentire anche sulla spesa gli effetti delle bizzarrie del tempo in un anno del tutto anomalo.

Il problema, sottolinea Coldiretti, non riguarda solo l'Italia che è il principale produttore di albicocche dell'Unione Europea, ma anche altri Paesi come la Francia (-14%) e la Grecia (-12%), mentre in controtendenza sarebbe la Spagna che mette a segno un aumento del 9%, che dovrà essere però verificato alla luce delle recenti grandinate.

Il risultato, afferma l'organizzazione, è comunque una ridotta diponibilità del primo frutto dell'estate in tutto il continente dove le stime 2018 riportano la previsione di un calo del 18%, per un raccolto di circa 558mila tonnellate a livello europeo.

In Italia la Coldiretti stima una produzione inferiore alle 200mila tonnellate raccolta principalmente in Emilia-Romagna, Campania, Basilicata, Puglia, Sicilia, Piemonte e Calabria. Il crollo della produzione provocherà il ridimensionamento dell'importante flusso di esportazioni della produzione nazionale oltre frontiera che nel 2017 con 44579 tonnellate aveva fatto registrare un balzo dell'80% rispetto all'anno precedente.

Un successo decretato, precisa Coldiretti, dalle "vincenti caratteristiche nutrizionali delle albicocche che al contenuto di vitamine assommano un moderato apporto di calorie, per la ricchezza in acqua, ed una grande capacità di dissetare e restituire i sali persi con il caldo, grazie al grande contenuto di potassio. Le albicocche, conclude Coldiretti, non sono purtroppo l'unico prodotto a soffrire degli effetti del maltempo che ha provocato perdite all'agricoltura per oltre 400 milioni nel primo quadrimestre dell'anno, colpendo molte coltivazioni a partire dall'ulivo con almeno 25 milioni di piante danneggiate dalla Puglia all'Umbria, con danni fino al 60% in alcune zone

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