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Olanda, 95% migranti arriva da Paesi Ue, 2/3 non è registrato

BRUXELLES  - L'Olanda preme per la revisione del regolamento di Dublino, prima della scadenza del mandato dell'attuale Commissione europea, sollecitando un aggiornamento della norma a favore di un meccanismo che assegni "responsabilità chiare e stabili, e fornisca solidarietà in modo efficiente ed efficace". Lo scrive il ministro per la Migrazione olandese Mark Harbers al commissario Ue Dimitris Avramopoulos, in una lettera datata 6 marzo, di cui l'ANSA ha preso visione.

 

A causa dei difetti del regolamento di Dublino "ci sono tuttora movimenti secondari" di migranti "su larga scala", afferma Harbers. Questo ha indotto molti Stati a "reintrodurre i controlli alle frontiere interne, mettendo a dura prova Schengen. L'Olanda non l'ha fatto, anche se il 95% dei migranti arriva da altri Paesi Schengen. E solo un terzo di questi è stato registrato in precedenza".

 

"Questo significa - aggiunge - che due terzi riesce ad entrare e attraversare altri Stati Ue senza essere registrato nonostante tutte le misure attuate per migliorare la situazione. La maggior parte di queste persone non può essere rimpatriata, nemmeno quanti sono stati registrati in precedenza. Come risultato, l'Olanda deve garantire protezione ad un largo numero di richiedenti asilo che rifiutano consapevolmente di chiedere protezione nel Paese di primo ingresso. Dare questa possibilità di scelta de facto ai migranti, sul Paese dove andare a risiedere, è di per sé un pull factor".

 

La bozza di riforma del regolamento di Dublino attualmente in discussione recepisce la preoccupazione dell'Olanda con l'aumento della responsabilità stabile per la procedura di ingresso del cittadino di un Paese terzo, dagli attuali 12-18 mesi a 10 anni. Nella proposta della Commissione Ue era permanente. Italia, Grecia, Cipro, Malta e Spagna chiedono sia di 2 anni. Alla scadenza del termine della responsabilità, lo straniero può iniziare da capo in un altro Paese Ue.

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