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Una lumaca di mare ruba la fotosintesi alle alghe

È stata scoperta una lumaca di mare con una abilità straordinaria: "ruba" alle alghe i materiali necessari alla fotosintesi per garantirsi una scorta a vita di energia solare e smettere di nutrirsi. Lo studio della Rutgers University, New Jersey, pubblicato sulla rivista Molecular Biology and Evolution, potrebbe avere ricadute importantissime nel campo della fotosintesi artificiale, che cerca di ricreare in laboratorio il processo naturale per avere una fonte di energia "verde" inesauribile.


(Fonte: Mary S. Tyler e Mary E. Rumpho)

"Finora si era sempre pensato che per la fotosintesi fosse necessaria tutta la pianta o l'alga", afferma Debashish Bhattacharya, alla guida del gruppo, "ma questa lumaca ci ha dimostrato che non è vero: se riusciamo a capire come riesce a mantenere i plastidi rubati - i piccoli organelli responsabili della fotosintesi che si trovano nelle cellule - potremmo sfruttare anche noi lo stesso sistema".

La lumaca di mare Elysia chlorotica si nutre in giovane età dell'alga Vaucheria litorea, succhiando milioni di plastidi, che sono come dei minuscoli pannelli solari, e immagazzinandoli nell'intestino. In seguito al "furto" la lumaca può smettere di nutrirsi e riesce a sopravvivere solo grazie all'energia solare per i successivi 6-8 mesi. Alcuni ricercatori avevano ipotizzato che la lumaca si servisse dei plastidi come fonte di cibo da utilizzare poi in periodi di scarsità, ma lo studio ha dimostrato che non è così: Elysia chlorotica protegge attivamente gli organelli rubati dalla digestione e attiva nel Dna diversi geni che permettono di sfruttarli per ottenere energia tramite la fotosintesi.

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